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Un anno di guerre e insicurezza economica, nel 2022 un milione di richieste d’asilo in Ue

Bruxelles – Quasi un milione di richieste d’asilo in Ue in un solo anno non si vedevano dal 2016, l’anno dei record degli arrivi alle frontiere europee. Secondo l’ultima analisi pubblicata dall’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (Euaa), nel 2022 nei Paesi membri, più Svizzera e Norvegia, sono state presentate 966 mila domande di protezione internazionale, con un aumento di oltre il 50 per cento rispetto al 2021.

Se a queste si aggiungono i 4 milioni di profughi ucraini in fuga dalla guerra, per i quali l’Unione europea ha attivato tempestivamente lo status di protezione temporanea, i numeri complessivi sono per distacco i più alti mai registrati sul continente. L’aumento significativo sarebbe dovuto non tanto ai famosi “pull factor” evocati da diversi Paesi Ue quando a Bruxelles si discute di gestione dei flussi migratori , ma al contrario da diversi “push factor“, fattori di spinta, come i conflitti logoranti e l’insicurezza economica e alimentare in molte regioni di origine. Sono infatti ancora cittadini siriani (132 mila) e afghani (129 mila) di gran lunga i richiedenti più numerosi, con aumenti rispettivamente del 24 e del 29 per cento rispetto all’anno precedente. E poi, in ordine, 55 mila turchi, 51 mila venezuelani e 43 mila colombiani. Anche dal Nord Africa, regione colpita duramente dalle conseguenze economiche e alimentari della guerra in Ucraina, i richiedenti asilo sono aumentati significativamente, con 59 mila domande provenienti da Marocco, Egitto e Tunisia.

Due richiedenti asilo su cinque hanno ricevuto una decisione positiva dalle autorità Ue: il tasso di riconoscimento delle richieste d’asilo è stato del 40 per cento nel 2022, con un aumento di cinque punti percentuali rispetto al 2021 e il massimo negli ultimi cinque anni. Tassi particolarmente alti per siriani, bielorussi, ucraini, eritrei, yemeniti e maliani. Non è andata altrettanto bene ai cittadini di India, Macedonia del Nord, Moldavia, Vietnam, Tunisia, Bosnia-Erzegovina, Serbia e Nepal, con tassi di riconoscimento delle domande di protezione internazionale inferiori al 4 per cento.

Secondo l’Euaa, i sistemi di asilo europei hanno evitato il collasso grazie alla scelta di “offrire un canale dedicato che non richiedesse un esame individuale” per i cittadini ucraini. Tuttavia, rimarca l’Agenzia europea per l’asilo, “i cinque milioni di persone in cerca di protezione in Europa hanno sottoposto i sistemi di accoglienza nazionali a una notevole pressione“.

Aumentate di oltre il 50 per cento le domande di protezione internazionale rispetto al 2021: Siria, Afghanistan e Turchia i tre Paesi con più richiedenti. Dall’Ucraina 4 milioni di profughi, a cui l’Ue ha però concesso lo status di protezione temporanea


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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