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Calenda: 'Il Quirinale non si tocca, triste dirlo ad una semifascista'. Poi si corregge.

 “Cara Giorgia Meloni ti proponiamo questo: non toccare la presidenza della Repubblica che è l’unica cosa che funziona in questo Paese. Senza l’unità della Nazione se ne va a farsi benedire. E che io lo debba spiegare a una nazionalista semifascista è deprimente. Via i busti e un po’ di nazionalismo”. Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, durante un evento elettorale del Terzo polo a Milano. “Noi proponiamo alla Meloni il premierato e l’abolizione secca di una Camera perché ormai il bicameralismo è una cosa morta”, aggiunge Calenda sottolineando che “qui abbiamo una differenza con Renzi, perché la Camera che va abolita non può essere il Senato”. Inoltre “proponiamo di rivedere tutto il federalismo, le materie che vanno date in più alle Regioni e quelle che vanno sottratte – conclude – esempio: con la nuova autonomia il Tap non lo facevo”.

Dopo l’attacco alla premier il leader di Azione corregge il tiro su Twitter. “Era una battuta evidentemente”. Il leader di Azione Carlo Calenda su Twitter ritorna sulle sue parole espresse questa mattina su Giorgia Meloni durante un evento elettorale al Teatro Franco Parenti di Milano. Sul presidenzialismo Calenda aveva parlato dell’esigenza di “non toccare la presidenza della Repubblica” senza cui “l’unità della Nazione se ne va a farsi benedire. E che io lo debba spiegare a una nazionalista semifascista è deprimente”. “Ho detto una cosa molto diversa – replica Calenda – se manco nazionalisti semifascisti riconoscono il valore della cultura patria siamo messi malissimo. Era una battuta evidentemente”


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