“Non ho alcuno spirito di rivalsa. So di avere subìto dei torti, ma mi hanno ampiamente risarcito gli italiani con l’affetto e il consenso che non hanno mai smesso di dimostrarmi. Il problema giustizia esiste ed è grave, ma non è una questione personale”. Così – in un’intervista al Giornale – Silvio Berlusconi sul suo ritorno al Senato. Il leader di Forza Italia parla del rapporto con gli alleati e della formazione del governo, con due premesse: “La prima è che, a differenza di quanto si legge, non esistono, non possono esistere, fra partiti alleati, veti o pregiudiziali verso qualcuno” e “la seconda è che non procederemo con il manuale Cencelli”.
Riguardo al risultato elettorale, osserva che “è importante che Forza Italia sia determinante sul piano dei numeri, ma ancora più determinante è la nostra funzione politica. L’Europa si attende molto da noi, e ci considera i garanti del prossimo Governo”, questo – aggiunge – “non significa ovviamente assumere un atteggiamento ricattatorio”. “Giorgia non ha bisogno dei miei consigli – prosegue l’ex premier -. Ha la determinazione e la lucidità necessarie per guidare il Paese in un momento così difficile”.
Quanto alla squadra di governo, “credo che ogni governo sia un governo politico, perché si basa sulla fiducia del Parlamento.
Esistono governi, come quello uscente, che, a fronte di situazioni eccezionali in questo caso la pandemia, hanno superato per un periodo limitato le ragioni di schieramento che dividono i partiti”, “il nostro invece sarà un governo politico che, tuttavia come il precedente, non rinuncerà a chiamare a raccolta le energie migliori del Paese, nell’economia, nella cultura, nella scienza, nell’impresa, nel lavoro”. Liquida poi come “pettegolezzi” le discussioni su un veto sul Viminale: “Io non credo che Salvini faccia del ministero dell’Interno una questione personale”. (ANSA).
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