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Parlamento, la carica dei neoeletti in centro a Roma

Tutti in scuro, quasi tutti senza la proclamazione. Le strade nel centro di Roma tra Montecitorio e Palazzo Madama sono piene di parlamentari in attesa di presentarsi a Palazzo Madama ed a Montecitorio per i primi adempimenti in vista dell’inizio della nuova legislatura. Tutti, o quasi, condividono un problema: non hanno ricevuto il programma della loro proclamazione e dunque, in teoria, pensano di non potersi presentare al portone principale dove ricevere il primo saluto da parte dei commessi che poi li porteranno nelle sale adibite alla accoglienza.
    I tavolini del caffè Giolitti, in via Uffici del Vicario, registrano il tutto esaurito. Ad uno di essi si accomoda anche una neoeletta deputata molisana che ha avuto una brutta storta alla caviglia, su cui pone del ghiaccio per sfiammarla. 

CAMERA – Sono iniziate a Montecitorio, nella sala del Mappamondo, le operazioni di accoglienza dei deputati in vista della prima seduta della XIX legislatura, il 13 ottobre alle 10. La prima deputata ad arrivare è stata Ylenia Lucaselli, rieletta alla Camera per Fratelli d’Italia. Tra i primi ad arrivare anche il ministro del Lavoro uscente Andrea Orlando. I neoeletti attendono in fila nel corridoi di entrare nella grande sala dove sono state allestite le postazioni per la raccolta de dati e la foto di rito da inserire nel facciario.

C’è anche Rita Dalla Chiesa tra i deputati eletti che attendono in fila per gli adempimenti necessari alla registrazione in Parlamento. “È una grande responsabilità, sono emozionata”, dice la neoeletta tra le fila di Forza Italia che tuttavia, non essendo prenotata per oggi, di fronte alla coda che si è creata rinuncia e torna indietro. “Dove posso passare per evitare le TV?”, chiede allondanandosi. Tornerà mercoledì, il giorno in cui il suo gruppo le ha preso appuntamento. “Ma sono contenta, ho preso un primo contatto, ho rotto il ghiaccio e annusato l’aria”, commenta cercando la via d’uscita dalla Camera.

SENATO –  Partita l’accoglienza per la registrazione dei primi adempimenti amministrativi dei senatori della XIX legislatura a Palazzo Madama. Il primo ad accreditarsi è stato Nicola Calandrini (FdI) e subito dopo Luca De Carlo (FdI).  Alle 10.30 una decina di senatori hanno già ricevuto il kit con la Costituzione, il Regolamento interno e i documenti per gli adempimenti che servono per entrare a pieno titolo, dopo l’elezione, nella XIX legislatura.

Tra le vecchie guardie si è visto l’azzurro Maurizio Gasparri al suo nono incarico in parlamento e Adolfo Urso di Fratelli d’Italia. Mentre tra le matricole il capitano dell’Esercito, Raffaele De Rosa, impegnato nel corpo militare della Croce rossa eletto in Campania con M5s; e Costanzo della Porta di FdI, de sei anni sindaco di San Giovanni degli Schiavoni in Molise. “Lavoreremo per l’Italia e per il nostro piccolo Molise”, ha detto Schiavone visibilmente emozionato. Tra i senatori meloniani è arrivato anche Alessio Butti che nella scorsa legislatura era alla Camera.

“Grande onore e grande prestigio tornare in Senato. Il mio impegno sarà quello di sempre di lavorare su quello che porteremo in Parlamento. Stavolta all’opposizione e bisognerà reinventrasi l’opposizione avendo fatto il ministro di maggioranza questo è un ruolo nuovo e lo farò con costrutto e impegno. Voteremo le cose che ci convincono e non voteremo quelle che non ci convincono”. Così l’ex ministro Stefano Patuanelli (M5s) uscendo da palazzo Madama dopo essersi accreditato come senatore per la XIX legislatura. 

“Molte delle cose che leggete sono frutto di congetture e illazioni. Il toto calcio è più realistico del toto ministri”. Così la senatrice leghista Giulia Bongiorno sulla prossima squadra di governo, intercettata dai cronisti vicino Montecitorio. Concetto ribadito anche sull’ipotesi che venga scelta per il ministero della Giustizia o dell’Interno. Poi sui ministri tecnici, ha aggiunto: “Sono scelte che farà il presidente della Repubblica insieme al premier incaricato e su questo non posso esprimermi, ci vuole grande rigore istituzionale in questo momento. Queste illazioni creano poi attriti inutili”. Infine alla domanda se ci sono ‘grane’ tra alleati sulla scelta del presidente del Senato, Bongiorno ha smentito: “Grane zero, dibattiti e discussioni si’. È un po’ presto. La presidenza del Senato dovra’ andare a un personaggio autorevole. Tutti i nomi che si fanno sono estremamente autorevoli”.

“Ho compiuto i primi adempimenti per accingermi, insieme al mio gruppo, a fare l’opposizione. Concordo con chi dice che può aiutare il Pd a ritrovare un rapporto più quotidiano con il Paese reale, rapportandosi quotidianamente in parlamento e anche nel Paese all’Italia vera”. E’ il commento del dem Walter Verini che passa in questa legislatura da Montecitorio alla Camera Alta. Il parlamentare, che è alla sua quarta legislatura, osserva: “Il 13 ottobre ci insediamo e il giorno successivo, il 14, è il compleanno del partito democratico perché il 14 ottobre di 15 anni fa si svolsero le primarie, iniziare la legislatura il giorno prima può essere di buon auspicio, non per fare un congresso tra di noi chiusi, ma per riprendere quello spirito originario che significava un partito aperto, radicato nel popolo e non populista”

“Arrivare in Senato comporta un grande senso di responsabilità perché i tempi che viviamo sono difficili. L’opposizione è un ruolo importante: vigileremo, saremo costruttivi ma non faremo sconti. Senza dubbio è una situazione difficile per il Paese e dobbiamo essere consapevoli del ruolo a cui siamo chiamati”. Lo dice ai giornalisti a palazzo Madama il neo-senatore del Pd, Michele Fina, dopo aver svolto le procedure di accreditamento per la XIX legislatura. E’ uno dei sei senatori più giovani che giovedì 13 faranno parte del Consiglio di presidenza provvisorio e affiancheranno in Aula la senatrice a vita Liliana Segre presidente per la prima seduta. “Diventare senatore a 44 anni, non l’avrei mai immaginato. – dice emozionato Fina – Anche se per chi, come me, ha la passione politica in pratica sin da bambino le istituzioni restano l’obiettivo più alto”. Fina è consigliere esperto del ministro del Lavoro, segretario regionale del partito in Abruzzo e aggiunge “per oltre 20 anni mi sono occupato di transizione ecologica”.

“Questa volta ci prepariamo a una legislatura in cui saremo opposizione come abbiamo detto, responsabile ma intransigente se la Destra proverà a mettere in discussione il Reddito di cittadinanza che è una misura di sostegno fondamentale per questo Paese o se si proverà a stravolgere la Costituzione o se non si daranno risposte immediate all’emergenza bollette. C’è bisogno di risposte immediate”. Così la capogruppo M5s al Senato Mariolina Castellone, parla ai giornaliti dopo essersi accreditata per la nuova legislatura. “Giovedì – aggiunge – prima seduta d’Aula si eleggerà il presidente del Senato speriamo che sia una figura di alto profilo che possa rappresentare al meglio tutte le forze politiche”. “Noi – informa Castellone – daremo il benvenuto ai nuovi colleghi già domani in una riunione alla Camera con tutti i nuovi eletti”.

“E’ sempre un’emozione rientrare in Senato tanto più quando si è rieletti e si fa il primo giorno di scuola”. Così il senatore questore Antonio De Poli di essersi accreditato. De Poli ricorda: “questa, per me, è la quinta legislatura di cui 2006/2008 al Senato, 2008/2013 alla Camera e poi il ritorno al Senato per tre legislature”. “L’entrata in Aula per l’inizio della legislatura è un’altra emozione – aggiunge – e credo anche che l’elezione del presidente del Senato sia l’elezione più importante che abbiamo in questo momento. Questa legislatura ci deve vedere tutti impegnati per risolvere problemi che oggi sono fondamentali: caro energia, caro bollette,. Servono risposte a cittadini, famiglie e imprese che non sono più riviabili”.


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