Dovere dei sacerdoti in occasione delle tornate elettorali nelle città è far coscienza a se stessi “e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia”. E’ un passaggio della lettera inviata ai confratelli della diocesi dal vescovo di Verona mons. Giuseppe Zeni, datata 18 giugno, nel pieno della campagna elettorale per il nuovo sindaco della città. Compito degli ordinati, spiega Zenti, “non è schirarsi per partiti o persone, ,ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana”.
Nella lettera il vescovo indica altri valori sulla cui presenza i fedeli dovrebbero far attenzione nel considerare i programmi dei candidati: “il tema della disoccupazione, l’attenzione alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero, ai giovani, alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne”. Queste, sottolinea mons. Zenti, scrivendo ai presbiteri e diaconi della diocesi di San Zeno, “sono frontiere prioritarie che fanno da filtro per la coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa”. Mons. Giuseppe Zenti ha 75 anni, ed è prossimo al congedo dal suo incarico.
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