Prosegue il lavoro per ricomporre tutte le posizioni all’interno dell’Ue per un’intesa sul sesto pacchetto di sanzioni alla Russia – con al centro l’embargo graduale sul petrolio – dopo che di nuovo ieri pur di fronte al consenso generale è slittato il via libera. Anche questa mattina non è prevista una riunione dei rappresentanti permanenti dei 27 (Coreper), secondo quanto si apprende da fonti europee. Resta comunque probabile un nuovo incontro nel weekend con l’obiettivo di chiudere il pacchetto prima di lunedì.
Stanno proseguendo i contatti bilaterali tra Commissione, Presidenza e gli Stati Ue, per i quali saranno previste deroghe alla data di embargo (Ungheria, Slovacchia e, più limitata, Repubblica ceca) o che hanno problemi con il divieto al trasposto del petrolio russo per le navi battenti bandiera di uno stato Ue (tema ‘critico’ per Grecia, Malta e Cipro). Il nodo resterebbe ancora la durata delle deroghe e soprattutto le compensazioni economiche, ad esempio per i Paesi le cui raffinerie sono ‘tarate’ sul petrolio russo.
Sul nuovo pacchetto di sanzioni Ue alla Russia “troveremo un accordo, certamente. Ora stiamo discutendo a livello di ambasciatori ma se non troveremo un’intesa subito, dovremo necessariamente convocare una riunione dei ministri degli esteri”. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrel in un’intervista a TgCom 24 che sarà trasmessa alle 12, secondo una sintesi fornita dalla trasmissione. “Resto ottimista – aggiunge anche Borrell -, quello che non dobbiamo fare è mischiare la discussione sul petrolio russo con altri temi che non c’entrano”. Sull’invio di armi all’Ucraina, sottolinea anche l’Alto rappresentante, “l’Europa non è in guerra ma dobbiamo aiutare gli ucraini a difendersi, non possono arrendersi alle condizioni della Russia”. “Putin fermi la guerra”, è l’invito che rivolge ancora una volta Borrell al presidente russo.
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