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Il Presidente Mattarella a Foggia. 'Formare coscienze contro criminalità'

   “La formazione delle coscienze è avvertita come indispensabile in tutto il nostro Paese. E sul fronte della lotta alla criminalità organizzata la formazione delle coscienze è decisiva ed è uno degli elementi cui concorre l’insegnamento universitario che, come presidio di cultura, è ovunque un elemento di sostegno”. Lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Foggia. 

Oggi c’è la “necessità di sostenere un’economia che cresce, di aumentare i posti di lavoro e vi è un’azione indispensabile, quella della formazione delle coscienze. Bisogna sviluppare senso della convivenza e della legalità. Anche i giovani si impegnino ad accettare il rischio, la voglia di mettersi in gioco, questo è in realtà l’orizzonte di cui tutta l’Italia ha bisogno. Dobbiamo puntare ad una crescita costante perchè tutto il nostro Paese è in un momento di rilancio, di ripresa. C’è bisogno di un rilancio e le università sono un punto decisivo”, ha aggiunto il Capo dello Stato. “Tutto il nostro Paese è in un momento di rilancio, di esigenza di ripresa, di nuova definizione del suo modo di essere . In questo ambito Foggia e il suo territorio si collocano in maniera perfettamente coerente. C’è bisogno di un rilancio, di garantire ai giovani una prospettiva di vita , di realizzazione personale, di uguaglianza, di libertà”, ha sottolineato. 

Poi ha osservato: “L’esortazione” dello studente “Bruno, nel chiedere ai giovani di impegnarsi, di non tirarsi indietro, di accettare il rischio e di mettersi in gioco, è l’orizzonte che tutto il nostro Paese si pone come obiettivo, di cui tutto il nostro Paese ha bisogno. La giovane generazione che cresce, consente al nostro Paese di sperare in una crescita costante, nell’innovazione, nel senso di responsabilità, nel senso di eguaglianza e di libertà realmente vissuta”.

“Impugnare una penna, un pennello o un violino al posto di una pistola non è retorica, è un atto di coraggio, il più poetico che ci sia. È un no convinto e imperituro”, aveva detto Mirko Bruno, presidente consiglio degli studenti dell’Università di Foggia, rivolgendosi al Capo dello Stato. “In un territorio come il nostro – ha aggiunto lo studente – in cui la povertà economica è spesso causa e conseguenza di povertà educativa, in modo silenzioso e quasi invisibile, un minore viene lasciato solo, arrendevole rispetto ai propri sogni e alle proprie passioni”. Secondo lo studente, è di queste circostanze che “giova il più grande cancro di questa terra: la criminalità organizzata. Ne giova tutta quella feccia che, quotidianamente, tra le vie di questa città, accoglie all’interno giovani privi di sogni, passioni, desideri”. Fondamentale per Mirko Bruno “è il diritto allo studio declinato nel suo senso più ampio, inglobando valori di libertà e uguaglianza: esso è lo strumento più efficace – aveva concluso – contro la disuguaglianza sociale, grazie al quale un giovane studente può ricercare la propria strada ed imparare a conoscere se stesso, che è forse la sfida più grande che ognuno di noi è chiamato a compiere”.

Il diritto allo studio “è espressione di libertà e uguaglianza”, ha dichiarato Mattarella. “L’università è un presidio di cultura, di senso della convivenza, di rispetto degli altri ed è – ha affermato – di grande importanza in questo territorio, richiede un impegno particolare da parte delle istituzioni. Qui l’ateneo è un presidio che esprime la volontà di crescere”. Il contrasto alla criminalità organizzata richiede diversi elementi, ma accanto a repressione e prevenzione, accanto all’esigenza di una Pubblica Amministrazione efficiente e trasparente, accanto alla necessità primaria di un’economia che cresce e aumenta i posti di lavoro, vi è un’azione indispensabile, cioè quella della formazione delle coscienze in tutto il Paese. Bisogna sviluppare questo senso della convivenza e della legalità e la formazione delle coscienze è particolarmente decisivo”.

    Il Presidente della Repubblica, al suo arrivo, era stato accolto da docenti, studenti e massime autorità cittadine e accademiche.

    Prima di Mattarella aveva parlato il magnifico rettore Pierpaolo Limone e dai discorsi di un rappresentante degli studenti e di un rappresentante del personale tecnico-amministrativo. La prolusione, era stata affidata a Daniela Dato, docente del dipartimento di Studi Umanistici. 
   


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