Ecco il profilo di Epifani, tratto dagli archivi dell’ANSA, quando nel 2013 andò a guidare il Pd
”Lascio con la speranza che le cose possano cambiare”: era il 16 ottobre 2010, in Piazza San Giovanni a Roma. Il comizio ad una manifestazione delle tute blu della Fiom e’ l’ultimo da leader della Cgil per Guglielmo Epifani. Che resta nell’ambiente sindacale, come presidente dell’associazione Bruno Trentin, ma pian piano riscopre la tentazione per la politica alla quale prima non aveva mai ceduto. Un riformista, socialista. Epifani con il declino del Psi si iscrive ai Ds, dove Walter Veltroni gli offri’ un ruolo nella macchina organizzativa del partito per sua esperienza nell’organizzazione del sindacato di Corso Italia. Dove preferi’ restare. Cosi’ come piu’ volte ha rifiutato offerte di candidatura, dalle amministrative all’europarlamento, a quella per la corsa alla poltrona di sindaco di Napoli. Epifani arriva alla politica dopo una vita dedicata alla Cgil, da segretario generale aggiunto dei poligrafici e cartai fino a diventarne il leader, segretario generale dopo Sergio Cofferati di cui era stato il vice dal 1994 al 2002. Alle politiche dello scorso febbraio e’ candidato ed eletto alla Camera dei Deputati come capolista della lista Pd nella circoscrizione Campania I. Chi lo conosce bene, coglie l’essenza che piu’ caratterizza Guglielmo Epifani in una grande propensione alla mediazione: una persona ”che non divide”, ma sa ricucire, riavvicinare, tenere insieme. Dote che lo ha distinto alla guida del primo sindacato italiano, e che appare fondamentale per il ruolo di traghettatore del Pd verso la stagione congressuale. Laurea in filosofia su Anna Kuliscioff, una delle grandi figure del socialismo italiano, Epifani e’ romano, classe 1950 con l’infanzia caratterizzata dall’impegno nel volontariato per i quartieri di periferia, una grande attenzione al sociale che porta sempre con se’. Ama la poesia, la musica, la chitarra e i buoni vini.
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