(ANSA) – MILANO, 03 MAR – “Non esitiamo quindi a definire il mese di ‘formazione’ nella campagna vaccinale anti SARS-CoV-2 per ciò che è: sfruttamento di manodopera a costo zero”: così in un comunicato le associazioni di specializzandi hanno criticato le parole di Guido Bertolaso, convinto che si debbano precettare gli specializzandi. Una posizione che ha confermato anche dopo questo comunicato congiunto spiegando che è previsto dalla legge.
“Non possiamo accettare – hanno spiegato – che la cattiva programmazione di questa campagna vaccinale continui a riflettersi sulla popolazione e sui Medici in Formazione Specialistica: se la retorica della guerra poteva essere compresa un anno fa, adesso ogni appello alla deontologia per colmare le lacune organizzative finisce per suonare come un palese ricatto. Queste parole vengono rivolte ad una categoria indifesa e troppo spesso dimenticata; non è venuto in mente a nessuno di riservare lo stesso trattamento agli altri Medici, nostri colleghi”.
“Vogliamo partecipare alla campagna vaccinale nel rispetto della dignità del nostro lavoro e tutelando la nostra formazione specialistica. Non sono negoziabili i requisiti minimi al di sotto dei quali si configura un vero e proprio sfruttamento: contrattualizzazione, volontarietà e partecipazione al di fuori dell’orario formativo” hanno scritto nella nota firmata da ANAAO Giovani Formazione, ASUP – Associazione degli Specializzandi di Perugia, Chi si cura di te?, CoSMEU – Coordinamento Specializzandi in Medicina d’Emergenza-Urgenza, Dipartimento medico, ER – Ex Rappresentanti in Prima Linea, FederSpecializzandi – Associazione Nazionale dei Medici in Formazione Specialistica, GMI – Giovani Medici per l’Italia, MeSLo – Medici Specializzandi Lombardia, SIGM – Segretariato Italiano Giovani Medici e Specializzazioni mediche – Associazione ALS.
“Ci aspettiamo una rettifica ufficiale delle affermazioni offensive e pretestuose del Commissario Bertolaso, affermazioni che non possono essere tollerate. La precettazione di una categoria non può essere usata come una minaccia, soprattutto se sono in atto contrattazioni volte a garantire parità di trattamento a quella categoria” hanno concluso.
(ANSA).
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