“Luca è stato tradito da qualcuno vicino a noi, alla nostra famiglia. Quella mattina la sua era un’operazione che non implicava direttamente il suo lavoro di ambasciatore”. Lo dice in un’intervista a Il Messaggero Zakia Seddiki, moglie dell’ambasciatore italiano ucciso lunedì mattina in un agguato nella foresta di Virunga in Congo.
“Quella mattina, ci siamo scritti via WhatsApp. Lui lo faceva sempre, mi ha mandato due foto nel giro di pochissimi minuti – spiega – Venti minuti dopo mi ha ripetuto la stessa frase che mi diceva quando non eravamo insieme: Ti amo amore mio e mi mancate. Era tranquillo, sorridente. Non avevo nessuna percezione del pericolo e come me, lui. Anche nell’ultima foto, quella con il carabiniere Iacovacci rimasto vittima insieme a Luca nell’agguato. Nello scatto, sorridono e salutano.
L’appuntamento di quella mattina poi era in programma da tempo per un progetto del World Food Programme. E invece…”.
La vita di Attanasio con la famiglia “fino a quella mattina è andata avanti senza nessuna avvisaglia. Però è vero: Luca aveva fatto richiesta per una nuova macchina. Perché quella che era a disposizione in ambasciata, aveva avuto alcuni problemi meccanici. Quindi non c’è nessuna relazione con ciò che è accaduto quella terribile mattina”.
“Saranno le indagini ad accertare cosa è accaduto nella foresta. In queste ultime ore sono stata travolta dagli eventi, dal dolore per me, per la mia famiglia distrutta. L’unica risposta che mi sono data, e che posso dare, è che qualcuno che conosceva i suoi spostamenti ha parlato, lo ha venduto e lo ha tradito. Mentre io ho perso l’amore della mia vita”.
Con Luca “dividevamo e condividevamo tutto, perciò anche le rispettive religioni: frequentavo la chiesa, con i riti cattolici. E lui faceva lo stesso, partecipando ai riti islamici. Non c’è stato mai alcun problema anche sull’educazione delle nostre figlie a cui abbiamo sempre letto sia la Bibbia che il Corano”.
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