Il bicchiere della legge elettorale è mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda dei punti di vista. Se infatti essa ha compiuto un passo avanti con l’adozione del Germanicum come testo base della riforma da parte della Commissione Affari costituzionali della Camera, tuttavia tale passaggio è avvenuto con i soli voti di M5s e Pd, con l’astensione di Leu e la non partecipazione al voto di Iv, che hanno molte riserve sul Germanicum. Un “testo di minoranza” ha affermato a ragion veduta il centrodestra. I voti di Leu e Iv saranno dunque essenziali e per incassarli occorrerà sciogliere una serie di nod complessi.
Ma intanto l’odierno voto manda avanti comunque questa riforma dopo il voto ai diciottenni per il Senato mercoledì a Palazzo Madama, il che consente a Nicola Zingaretti di poter dire che “il cantiere delle riforme è aperto” facilitando il sì al referendum dei Dem. L’adozione del testo base è solo un passaggio procedurale che consente poi di presentare gli emendamenti e aprire il confronto. Eppure tale passaggio si era caricato di significato politico perché lunedì la Direzione del Pd aveva motivato il sì al referendum con il procedere di una serie di riforme che correggano il taglio dei parlamentari, tra le quali, appunto una legge elettorale proporzionale, quale è il Germanicum che, con la sua soglia al 5%, non piace però a Leu, mentre Iv vorrebbe addirittura una legge maggioritaria. I due partiti tuttavia non hanno votato contro l’adozione del testo base per non mettere in difficoltà il Pd e Zingaretti. Il centrodestra, con un accanito ostruzionismo, ha invece tentato – per usare la metafora di Francesco Paolo Sisto (Fi), “di impedire che Giuditta (il Pd) porti a casa di Zingaretti la testa di Oloferne” cioè il voto sul Germanicum. Non sono mancati momenti di tensione ma alla fine il presidente della Commissione Giuseppe Brescia (M5s), è riuscito a far effettuare la votazione, prima della quale il centrodestra ha abbandonato la seduta. “E’ un testo di minoranza” hanno detto i capigruppo del centrodestra in Commissione Igor Iezzi (Lega), Francesco Paolo Sisto (Fi), Emanuele Prisco (Fdi) e Alessandro Colucci (NcI). Bicchiere decisamente pieno, invece per Zingaretti
In commissione è andata in scena anche una battaglia procedurale sulla scheda, della quale è stato presentato un facsimile. La Commissione ha sospeso per 20 minuti i lavori per consentire alle opposizioni di esaminare il facsimile della scheda. “La scheda è piena di errori – ha detto ai cronisti Francesco Paolo Sisto – per esempio non indica il numero massimo dei candidati del listino”.
“Come volevasi dimostrare. Le nostre rimostranze erano fondate. Il fatto che i relatori alla legge elettorale, Emanuele Fiano e Francesco Forciniti, abbiano allegato il facsimile della scheda elettorale al testo, sana in parte un vulnus assolutamente palese. Tuttavia, quello che ci è stato presentato è un qualcosa di improponibile. Così come sottolineato dal collega Sisto la scheda contiene degli errori macroscopici, come ad esempio la non indicazione del numero massimo dei candidati del listino. Insomma, è ormai chiaro a tutti che la discussione del testo base della legge elettorale rappresenta una vera e propria forzatura politica, palesata dal comportamento sciatto e superficiale della maggioranza. Forza Italia, anche ora in Commissione Affari costituzionali, sta rappresentando le incongruenze ed inadeguatezze anche formali del testo base presentato dalla maggioranza”. Lo afferma, in una nota, Maurizio D’Ettore, deputato di Forza Italia.
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