La “necessità di attivare operazioni di evacuazione dei migranti presenti nei centri gestiti dal Governo libico attraverso corridoi umanitari organizzati dalla UE e gestiti dalle agenzie dell’Onu: Oim e Unhcr” è stata ribadita dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che a Tripoli ha incontrato il Fayez al Serraj, il vicepresidente del Consiglio presidenziale Ahmed Maitig, il ministro dell’Interno Fathi Bashagha e quello degli Esteri Mohamed T.H.Siala.
“L’esigenza di gestire il controllo delle frontiere e i flussi dell’immigrazione irregolare sempre nel rispetto dei diritti umani e della salvaguardia delle vite in mare e in terra” è stata espressa dalla Lamorgese nei suoi colloqui con al Sarraj.
L’impegno a “imprimere un’accelerazione a tutte le attività di collaborazione” tra Italia e Libia è stato assicurato dalla ministra. Auspicata “una nuova e più stringente tabella di marcia” per prevenire l’immigrazione irregolare. Un obiettivo da raggiungere “anche attraverso un partenariato strategico in grado di sostenere l’azione del governo libico che ha già conseguito importanti risultati”. Oggi sono stati consegnati al governo di Tripoli 30 mezzi per il controllo delle frontiere terrestri.
Lamorgese ha quindi “confermato l’orientamento già espresso dal governo italiano secondo il quale, seppure con le dovute distinzioni di contesto, l’impegno profuso dall’Unione europea nell’ambito dell’accordo con la Turchia possa e debba essere replicato anche nel quadrante del Mediterraneo centrale, interessato, come quello orientale, da consistenti flussi migratori”.
Nei colloqui, informa il Viminale, è stata “condivisa l’esigenza di perfezionare la cooperazione tra le forze di polizia, attraverso progetti di formazione, anche al fine di rafforzare le capacità operative nella lotta contro le reti di trafficanti di migranti e la criminalità transnazionale”. In particolare è stata verificata l’attuazione del progetto del ministero dell’Interno, co-finanziato con fondi dell’Unione Europea, che ha l’obiettivo, fin dal 2017, di rafforzare i livelli di ‘capacity building’ mirato anche al settore del controllo delle frontiere. A tutto questo, prosegue il ministero, “va aggiunto il pieno supporto in favore delle popolazioni locali dei Paesi di transito, come la Libia, per sviluppare iniziative in grado di fornire alternative ai guadagni illeciti offerti dalle organizzazioni criminali”.
La ministra ha, infine, “confermato la volontà del Governo italiano di consolidare e sviluppare i rapporti e l’intensa collaborazione tra i due Paesi, con l’implementazione dei programmi di cooperazione in atto. E’ stato affrontato anche il tema delle fasi preliminari per il ritorno all’attività delle aziende italiane in Libia”.
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