La fine del lockdown porterà con sé una ripresa della criminalità comune e predatoria e il tentativo delle mafie di infiltrarsi nell’economia legale. E’ l’analisi del capo della Polizia Franco Gabrielli contenuta in una circolare inviata a tutti i questori, prefetti e ai capi delle direzioni del Dipartimento di Pubblica Sicurezza nella quale si indicano le linee per riorganizzare gli uffici e calibrare tutti i servizi sul territorio.
La circolare fornisce tutta una serie di misure operative al personale, a partire dalla necessità di riorganizzazione i luoghi di lavoro per assicurare il distanziamento sociale fino alla rimodulazione degli orari di lavoro, dall’utilizzo dello smart working e dei dpi fino al trattamento economico per chi è impegnato nell’emergenza. La premessa, però, è tutta dedicata alla situazione che si verrà a determinare a partire da lunedì.
“L’allentamento delle misure di contenimento e la riapertura delle attività produttive e commerciali determineranno un inevitabile incremento dei traffici, sotto il profilo della mobilità privata e pubblica, ed una più intensa fruizione degli spazi pubblici e comuni da parte della cittadinanza”, scrive Gabrielli, che poi avverte: “in tale scenario, prevedibilmente, si assisterà ad una ripresa della attività delittuose riconducibili alla cosiddetta criminalità diffusa così come al tentativo della criminalità organizzata di infiltrarsi nel tessuto economico, gravemente colpito dalla crisi di liquidità”.
Nella circolare, il capo della Polizia sottolinea inoltre come il disagio sociale ed economico provocato dal lungo lockdown potrebbe avere ripercussioni sull’ordine pubblico. “Le autorità di pubblica sicurezza e la Polizia – si legge nel documento – si misureranno con le varie espressioni del disagio socio-economico derivanti dalla congiuntura indotta dall’epidemia, con inevitabili riflessi sotto il profilo dei servizi di ordine pubblico”.
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