Slitta la riunione del governo con i capigruppo di maggioranza sul decreto di aprile. A quanto si apprende da diverse fonti, l’incontro previsto alle 9 con i ministri Roberto Gualtieri e Federico D’Incà è stato rinviato a domaniLa riunione, spiegano fonti di governo, è stata posticipata per permettere al ministero dell’Economia di continuare il lavoro preparatorio sul decreto di aprile.
Intanto la viceministra dell’Economia Laura Castelli ribadisce al ‘Circo Massimo’ su Radio Capital che nel decreto di aprile ci sarà anche una misura per garantire il reddito di emergenza ad una cifra che potrebbe aggirarsi intorno alle 500 euro.
Ma vista l’emergenza Coronavirus, come annunciato dal ministro Dario Franceschini e ripreso ieri dal premier Conte, la prossima estate sarà “italiana” e misure per favorire il turismo nel nostro Paese saranno inserite anche nel decreto di aprile.
Una nuova iniezione di risorse da 4-5 miliardi per la sanità, che dovrà rafforzare i suoi presidi sul territorio per accompagnare la fase 2 del graduale ritorno alla ‘nuova normalità’ e della convivenza con il Coronavirus. Anche a questo servirà la maxi-richiesta di deficit che il governo si appresta a fare al Parlamento una volta approvato il Documento di economia e finanza che traccerà il nuovo quadro macroeconomico post Covid-19. Il Consiglio dei ministri slitta, le tabelle ancora non sono state completate di tutti i dettagli, anche perché il quadro resta quanto mai incerto: di sicuro il Pil andrà in profondo rosso, attorno -8% (stimato anche da Fitch) dopo il tracollo del primo semestre dell’anno. Ammesso che in effetti, come ci si appresta a fare da inizio maggio, lentamente ripartano le attività economiche e non ci siano altri picchi del contagio. Il debito dovrebbe superare il 155% mentre l’indebitamento salirà come mai finora, attorno al 7% cui si dovranno aggiungere i 3 punti (circa 50 miliardi), necessari a finanziare le nuove misure anti-virus: si salirebbe così a circa il 10%.
Dello schema del nuovo decreto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, insieme al titolare del rapporti con il Parlamento Federico d’Incà, avrebbe dovuto parlare in mattinata con i capigruppo della sua maggioranza, in pressing per un maggiore coinvolgimento nell’elaborazione del testo rispetto a quanto avvenuto finora. Ma la riunione è stata rinviata.
I malumori sarebbero esplosi proprio dopo lo stop agli emendamenti al Cura Italia nell’ultimo passaggio alla Camera. Le linee guida del decreto aprile, che sarà varato a fine mese, andranno comunque chiuse prima dell’approvazione del Def che sarà accompagnato, appunto, dalla nuova richiesta di scostamento dagli obiettivi di deficit.
La voce più corposa sarà di nuovo quella dei sostegni al reddito, che andranno dal rifinanziamento degli ammortizzatori, compresa la Cig in deroga, per almeno altre 4 settimane, all’aumento del bonus per partite Iva e autonomi che dovrebbe essere finanziato per due mesi, aprile e maggio.
Ma un capitolo altrettanto consistente sarà quello dei nuovi aiuti alle imprese, e in particolare ai ristori diretti per chi ha subito più danni per la crisi: il ristoro diretto sarà “per le imprese con meno di 10 dipendenti”, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, parlando di uno stanziamento che, insieme all’aumento dell’indennità per gli autonomi, sarà di “non meno di 12 miliardi”.
Nel nuovo pacchetto per le imprese il titolare del Mise ha confermato anche che si lavora ad ampliare il credito d’imposta per gli affitti (ora previsto per il solo mese di marzo per botteghe e negozi) e sui costi delle bollette. Ma la ‘manovra’ anti-virus lieviterà molto oltre i 50 miliardi di deficit: l’esecutivo punta anche a spingere il pagamento dei debiti della P.A. con 15-20 miliardi e dovrà stanziare con il decreto di aprile anche i 30 miliardi necessari a coprire le garanzie che Sace sta iniziando a concedere alle grandi imprese. In più, per proteggere il tessuto produttivo nei piani del governo spunta anche l’idea di ricapitalizzare Cassa depositi e prestiti con una dote da 30-40 miliardi per consentirle di sostenere le imprese in crisi anche con eventuali nazionalizzazioni a tempo nei settori considerati ‘strategici’. Il raggio di azione di Cdp, complice anche l’allentamento delle regole Ue sugli aiuti di Stato, si avvicinerebbe in questo modo sempre di più alla tedesca Kwf.
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