Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e leader M5s è stato ospite questa mattina al Forum ANSA. Molti gli argomenti trattati: innanzitutto la vicenda dell’ex Ilva, proprio nel giorno dello sciopero delle tute blu dopo l’annuncio di ArcelorMittal di ritirarsi da Taranto, il rinnovo del Memorandum con la Libia. Ma anche le elezioni regionali, l’allenza di governo con il Pd dopo la manovra. E ancora: la scorta alla senatrice a vita Liliana Segre (“Una sconfitta”). Dure critiche pure alla Lega, l’ex alleato di governo.
“Stiamo riparlando di Ilva perchè si sta rimangiando l’accordo”: ha affermato il ministro, secondo il quale l’azienda “va obbligata a restare a Taranto”.
“Può succedere che un imprenditore sbagli i calcoli ma gli oneri vanno fatti rispettare, le cambiali non vanno fatte pagare allo Stato ma rimangono alle imprese”. Può succedere che un imprenditore sbagli i calcoli ma gli oneri vanno fatti rispettare, le cambiali non vanno fatte pagare allo Stato ma rimangono alle imprese”.
Il ministro, quindi, ha attaccato la Lega: “Ogni volta che io provavo a essere duro, si schierava con Arcelor. Ora ho capito perché: hanno investito in Arcelor e stanno battagliando ancora per la multinazionale e non per i lavoratori. Abbiamo smascherato il finto sovranismo. Abbiamo gli unici sovranisti al mondo che perorano le battaglie delle multinazionali anziché i cittadini e i lavoratori. Allo Stato è stato chiesto di rispettare il contratto di Calenda, adesso chi ci chiede di rispettarlo non rispetta i patti. Io spero che i sovranisti siano mossi da orgoglio e non facciano i camerieri delle multinazionali”.
“Va bene il dialogo ma senza minacce: Arcelor Mittal sapeva che avrebbe trovato un governo che pretende siano rispettati i patti. Chiedere di andare via da Taranto è un’azione inaccettabile che non è presupposto per il dialogo. Mettere sulla strada 5.000 persone mi sembra assurdo”, ha aggiunto Di Maio, il quale ha ribadito il no del Movimento allo scudo. “Noi come M5s non siamo d’accordo sull’introduzione dello scudo. La Lega che cura i suoi interessi in borsa presenta un emendamento, ma che lo presentino anche partiti della maggioranza senza un accordo è un problema della maggioranza stessa”.
Il leader M5s è intervenuto anche sul rinnovo del Memorandum con la Libia. “In Libia ci sono 700.000 migranti a piede libero che non sono nei centri – ha affermato -. Se si pensa di far saltare la missione della guardia costiera libica togliamo un potenziale tappo a quei 700.000 migranti”.
E sulla scorta alla senatrice a vita Liliana Segre, il ministro ha parlato di “sconfitta”, per questo lo Stato deve chiedere scusa. “Una persona come la nostra senatrice a vita che si ritrova a sopravvivere ai campi di concentramento e da cittadina, in Italia nel 2019, si trova ad aver bisogno della scorta – ha rilevato – è una sconfitta per tutte le istituzioni. Le parole di solidarietà non bastano perché la verità è che l’avremmo dovuta difendere da quello che le sta capitando. Ecco perché si deve investire di più in istruzione. Le persone che offendono Liliana Segre o hanno frainteso il messaggio educativo del Paese o forse non hanno avuto occasione di studiare la storia. Ma se una senatrice a vita presenta una mozione in cui porta avanti il messaggio di tolleranza, di integrazione di no all’odio e metà dell’emiciclo si astiene abbiamo anche un problema nella politica: leghisti, Fdi e Forza Italia, che vorrebbero governare il Paese, avallano i comportamenti di chi ha offeso quella persona”
Quanto alle alleanze regionali, Di Maio ha annunciato: “Nella prossima settimana avrò riunioni con i gruppi della Calabria ed Emilia. Oggi nel Movimento non c’è un consenso per fare alleanze con il Pd. A livello nazionale non è un’alleanza ma un governo che mette insieme i voti perché non abbiamo raggiunto il 51% dei consensi”.
Secondo il ministro, dopo la manovra andrà stretto un patto più stringente con il Pd. “Una cosa è certa: finita la legge di bilancio dobbiamo metterci di nuovo al tavolo con il Pd per creare un patto di governo più stringente con gli obiettivi che vogliamo raggiungere per gli italiani”. E, tra i punti che intende proporre il Movimento, ci sono: la “riforma della sanità e la legge sul salario minimo”.
Di Maio ha inviato l’ex premier, Matteo Renzi, a parlare chiaramente. “Penso ai cittadini che aprono il giornale e leggono queste cose: uno magari ha il problema del figlio che non ha lavoro e deve leggere messaggi subliminali e citazioni. Dite le cose chiaramente, parlate chiaramente all’opinione pubblica”. “Quando si ha un ruolo pubblico – ha aggiunto – bisogna essere al servizio dei cittadini e non alimentare dibattiti su questioni di palazzo”.
Infine, le riforme: “Questo è un Paese in cui dopo che si vota il taglio dei parlamentari si chiede un referendum proprio sul taglio – ha sottolineato -. Io non vedo l’ora che i cittadini si possano esprimere sul referendum perché probabilmente si è persa la bussola. Prima, come Fi, si vota sì al taglio e poi si chiede un referendum, vediamo cosa dicono i cittadini”.
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