Il “divieto di iscrizione all’anagrafe della popolazione residente di una particolare categoria di stranieri regolarmente soggiornanti, ossia i richiedenti asilo”, introdotto dal primo decreto ‘sicurezza’ del 2018, è una “compressione del diritto alla residenza per tale categoria di stranieri”, diritto che “costituisce il presupposto per l’esercizio di diritti fondamentali certamente spettanti anche al cittadino straniero”. Lo ha stabilito il Tribunale di Ferrara che ha ordinato al Comune emiliano l’iscrizione provvisoria all’anagrafe di un richiedente asilo e, allo stesso tempo, ha inviato gli atti alla Consulta sull’illegittimità costituzionale della norma specifica del ‘decreto Salvini’. Il giudice Marianna Cocca ha accolto il ricorso del richiedente asilo, assistito dai legali Alberto Guariso e Livio Neri (Foro Milano) dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).
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