(ANSA) – ROMA, 3 GIU – Risale a 35 anni fa e fu il gesto eclatante deciso dai terroristi per indicare la fine definitiva della lotta armata in Italia. Era il 13 giugno 1984: nell’Arcivescovado di Milano uno sconosciuto si presentò al segretario del cardinale Carlo Maria Martini, don Paolo Cortesi, e abbandonò sul tavolo tre borse, contenenti fucili, pistole e bombe a mano. Era l’arsenale dei “Comitati Comunisti Rivoluzionari”, gruppo terroristico di sinistra, ritenuto contiguo alle Brigate Rosse, che negli anni settanta aveva firmato eclatanti azioni di sangue. L’arsenale fu consegnato al cardinal Martini a significare la resa dei terroristi ma anche per sollecitare una mediazione della Chiesa per una “riconciliazione umana, sociale e politica”. L’uomo non disse nulla e andò via. Il cardinale Martini chiamò le autorità, e le armi furono prese in consegna dalla polizia.
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