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A Tirana si sono riuniti i leader europei, ma tutti pensavano a Istanbul

Bruxelles – “La nuova Europa in un mondo nuovo“. È con questo motto che si è svolto oggi a Tirana il sesto summit della Comunità politica europea (Cpe), il forum informale che riunisce i leader di 47 Paesi dell’Europa geografica. Co-presieduto dal premier albanese Edi Rama e il presidente del Consiglio europeo, António Costa, l’incontro si è focalizzato su sicurezza, competitività e immigrazione. Tra i temi più caldi anche la guerra d’Ucraina, con Volodymyr Zelensky che ha criticato il buco nell’acqua dei colloqui di Istanbul e i vertici dell’Ue che hanno promesso nuove sanzioni contro Mosca.

Si sono dati appuntamento oggi (16 maggio) a Tirana i “grandi” del Vecchio continente: i leader dei Ventisette e quelli di quasi tutti i Paesi extra-Ue (con l’eccezione di Russia e Bielorussia), i vertici comunitari e quelli di organizzazioni multilaterali come Nato e Consiglio d’Europa.

La riunione è stata co-presieduta dal padrone di casa, il primo ministro albanese Edi Rama fresco di rielezione (la quarta consecutiva, seppur con qualche ombra), e da António Costa, il presidente del Consiglio europeo che ha appena concluso un tour di tre giorni nei Balcani occidentali per sottolineare l’impegno di Bruxelles sul dossier allargamento.

Il primo ministro albanese Edi Rama (sinistra) e il presidente del Consiglio europeo António Costa (foto: European Council)

Un palcoscenico internazionale non da poco per il leader del piccolo Paese balcanico, che vorrebbe far entrare Tirana nel club a dodici stelle entro il 2030 e che, a questo punto, può contare su buone connessioni politiche sia a Bruxelles sia tra i Ventisette (vedi il protocollo Italia-Albania sui famigerati centri di rimpatrio).

Ma tutti gli occhi (o quasi) erano puntati su Volodymyr Zelensky, che dal summit di Tirana ha commentato l’esito, piuttosto deludente, dei primi colloqui diretti tra le delegazioni di Mosca e Kiev dal marzo 2022, svoltisi in mattinata a Istanbul alla presenza dei mediatori turchi e statunitensi.

Come la maggior parte degli osservatori si aspettava, l’incontro (durato meno di due ore) non ha portato ad alcun accordo sul cessate il fuoco – che al momento rimane una chimera – ma ha dato il disco verde allo scambio di 1.000 prigionieri per parte. Le squadre negoziali avrebbero discusso, in maniera preliminare, alcune proposte per una tregua e, pare, anche l’eventualità di un incontro al massimo livello tra Zelensky e Vladimir Putin.

Il presidente ucraino ha avuto uno scambio sul tema con l’omologo francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e quello polacco Donald Tusk. I cinque hanno parlato brevemente al telefono con Donald Trump (il quale ha annunciato di voler vedere al più presto l’omologo russo), per ribadire che “la pressione sulla Russia deve essere mantenuta fino a quando la Russia non sarà pronta a porre fine alla guerra”. Assente invece alla riunione ristretta la premier italiana Giorgia Meloni, che sembra essersi fatta bastare i siparietti con Rama.

In risposta all’indisponibilità di Mosca di sedersi al tavolo delle trattative, Ursula von der Leyen e Kaja Kallas hanno annunciato dalla cornice della Cpe che Bruxelles si metterà al lavoro per confezionare un nuovo round di sanzioni contro il Cremlino, a distanza di pochi giorni dall’approvazione (a livello di ambasciatori degli Stati membri) del 17esimo pacchetto di misure restrittive.

Il capo dell’esecutivo comunitario ha sottolineato che verranno incluse, tra le altre cose, “sanzioni su Nord Stream 1 e Nord Stream 2” (i gasdotti che collegano la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico), mentre l’Alta rappresentante ha ripetuto che l’assenza di Putin ad Istanbul dimostra che lo zar “non è serio” sul processo negoziale. Opinione condivisa anche dal Segretario generale della Nato Mark Rutte, per il quale è stato “un errore” da parte della Federazione inviare nel Bosforo una delegazione di basso livello.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (foto: Aurore Martignoni/European Commission)

Dopo la prima sessione plenaria (e una cerimonia d’apertura in cui su un maxischermo sono state proiettate delle versioni “infantili” dei leader presenti al vertice, generate con l’intelligenza artificiale), i capi di Stato e di governo si sono seduti intorno a tre tavole rotonde tematiche, ciascuna co-presieduta da un leader Ue e da uno extra-Ue.

La prima si è occupata di sicurezza (incluso, naturalmente, il dossier ucraino) e resilienza democratica; la seconda di competitività economica; la terza di migrazione, mobilità e giovani. In chiusura dei lavori, una seconda plenaria per dare appuntamento ai leader al prossimo summit della Cpe, fissata per l’autunno in Danimarca.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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