in

L’Ue rafforza il partenariato con la Mauritania tra sicurezza ed energia

Bruxelles – Rafforzare il partenariato tra Ue e Mauritania, in termini di sicurezza e in chiave green. Questo il motivo che ha spinto oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a far tappa a Nouakchott e incontrare il presidente della Mauritania, Mohamed Ould El-Ghazouani, insieme al premier spagnolo Pedro Sanchez.

Al centro dell’incontro una tabella di marcia, che sarà conclusa in primavera insieme a un pacchetto finanziario da 210 milioni di euro entro la fine dell’anno per la gestione della migrazione, gli aiuti umanitari per i rifugiati e gli investimenti per l’occupazione, le competenze e l’imprenditorialità, nell’ambito del Global Gateway, la strategia di finanziamento dell’Ue. “Penso all’attuale instabilità del Sahel, ma anche all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e alle sue terribili conseguenze per il mondo, e per l’Africa in particolare. In un simile contesto è naturale che desideriamo rafforzare ancora di più il nostro partenariato”, ha detto la presidente.

Da un lato, la sicurezza. Dall’altro, l’energia. “La situazione nel Sahel è molto precaria e la Mauritania svolge un ruolo fondamentale nel garantire la stabilità della regione. Per questo motivo stiamo aumentando il nostro sostegno alla sicurezza con altri 22 milioni di euro, portando il totale di quest’anno a 40 milioni di euro. In particolare, questo finanzierà l’equipaggiamento di un nuovo battaglione mauritano per combattere il terrorismo e proteggere il confine orientale con il Mali, oltre a finanziare la formazione di alti ufficiali presso l’Accademia di Difesa”, ha detto.

Sul fronte energetico, Bruxelles mira a costruire un ecosistema di idrogeno verde proprio qui in Mauritania”, ha chiarito von der Leyen prendendo parte a una tavola rotonda dedicata all’idrogeno. “E per un’impresa del genere, un compito del genere, è indispensabile la prevedibilità”. La presidente ha ricordato gli impegni dell’Ue in materia di idrogeno pulito: 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde entro il 2030 prodotto in Ue e altre 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato da Paesi terzi. “Quindi dobbiamo lavorare molto duramente a livello nazionale ma abbiamo anche bisogno di partner all’estero”, ha dichiarato.

Nel quadro della Banca europea dell’idrogeno, Bruxelles prevede di aprire nei prossimi mesi un bando per le imprese di Paesi terzi per l’acquisto di idrogeno pulito per centrare quegli obiettivi. E dunque cerca di spianare la strada alla produzione in loco. “La Mauritania è dotata di risorse, ovvero spazio, sole e vento. Con i giusti investimenti e infrastrutture, questo Paese può sfruttare oltre 350 gigawatt di energia rinnovabile solo dal vento e dal sole”, ricorda ancora la presidente sottolineando il ruolo del Paese anche come “secondo produttore di ferro dell’Africa”. La maggior parte del ferro viene esportata come minerale grezzo. Ma secondo la presidente se “entrasse in gioco l’energia pulita, la trasformazione in acciaio verde potrebbe rimanere qui in Mauritania”. Ma a questo serve l’idrogeno.

L’Unione europea, attraverso la strategia di investimento Global Gateway da 300 miliardi di euro, finanzierà la nuova infrastruttura stradale tra Nouakchott e Nouadhibou, in Mauritania, per sviluppare in modo efficiente il settore dell’idrogeno verde. Tra le altre cose von der Leyen ha annunciato il sostegno dell’Ue ai “grandi sforzi del governo mauritano per produrre l’elettricità necessaria allo sviluppo socio-economico del Paese, in particolare attraverso programmi di elettrificazione rurale. Bruxelles sta inoltre valutando la possibilità di offrire un sostegno finanziario per la costruzione della linea ad alta tensione tra Nouakchott e Néma, che rappresenta un’importante componente della piattaforma di rete elettrica subregionale.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


Tagcloud:

L’Ue non ha ancora imposto sanzioni contro i coloni israeliani violenti. A differenza degli Stati Uniti

L’Ue è pronta a mettere a terra un Patto per curare le “cicatrici ambientali” della guerra in Ucraina