Bruxelles – “Un messaggio di speranza” al popolo palestinese in Cisgiordania e a Gaza. Con queste parole, scritte sul suo account X, il primo ministro sloveno, Robert Golob, ha commentato il via libera da parte del parlamento di Lubiana alla proposta del governo di riconoscere la Palestina. La Slovenia diventa così il dodicesimo Paese dell’Ue a riconoscere lo Stato palestinese.
Nella serata di ieri (4 giugno), l’Assemblea nazionale riunita in sessione straordinaria ha approvato con 50 voti favorevoli e nessun contrario – i restanti 40 deputati hanno abbandonato l’aula – la proposta del governo progressista guidato da Golob. La presidente del Parlamento di Lubiana, Natasa Pirc Musar, ha dichiarato che la Slovenia da ora in poi potrà “aiutare in modo ancora più credibile il popolo palestinese nel suo difficile cammino verso la vera indipendenza e l’uguaglianza nella comunità internazionale”.
La Slovenia si aggiunge a Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Malta, Romania, Polonia, Slovacchia, Svezia, Spagna e Irlanda, gli Stati membri che riconoscono formalmente la Palestina. Di questi, solo Svezia, Spagna e Irlanda avevano attuato il riconoscimento mentre erano Paesi Ue. La guerra tra Israele e Hamas e la tragedia umanitaria di Gaza hanno ridato slancio alla questione palestinese e alla necessità di compiere passi concreti verso la soluzione dei Due Stati, e dopo Madrid e Dublino, Lubiana è il terzo Paese Ue in poche settimane ad annunciare il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Ma la quantità di Stati membri a riconoscere Ramallah è ancora decisamente bassa, se comparata con quella dei Paesi membri dell’Onu: 145 su 193, oltre i tre quarti. Tra i 27, sono meno della metà.