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I Paesi europei tornano a discutere sull’introduzione della leva militare obbligatoria. In nove c’è ancora

Bruxelles – Rintrodurre la leva militare per rinforzare gli eserciti europei? Questa è la domanda che si stanno ponendo diversi Stati nell’Unione europea, a partire da Germania e Italia. L’invasione russa dell’Ucraina ha rimesso al centro della discussione in Europa lo stato e le prospettive future delle forze armate. Una delle soluzioni che emerge da varie parti nell’Ue per rimpolpare gli eserciti è l’introduzione della leva obbligatoria. In alcuni Paesi la naja, con sfaccettature diverse, è già in vigore: Cipro, Grecia, Austria, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Svezia e Danimarca.

Storicamente l’introduzione della leva militare risale all’epoca napoleonica, quando gli Stati nazionali decisero di arruolare in massa i cittadini. Contadini, commercianti e artigiani, che non avevano mai impugnato un moschetto, si trovavano così sui campi di battaglia, sia perché i Paesi avevano un bisogno maggiore di truppe sia per togliere il compito della formazione degli eserciti ai nobili. Nella seconda metà del novecento però la fine dei timori di colpi di stato militari, che si tenevano a bada anche con un esercito composto da cittadini comuni, lo sviluppo tecnologico e le dimensioni ridotte dei conflitti che hanno coinvolto i Paesi occidentali hanno spinto gli Stati a propendere per la creazione di eserciti formati da professionisti.

Come funziona la leva militare in giro per l’Europa

La Lettonia è l’ultimo Paese europeo, in ordine cronologico, ad aver introdotto la coscrizione obbligatoria nel aprile del 2023 dopo averla abolita soltanto nel 2007. Il servizio militare deciso da Riga è obbligatorio per tutti i maschi di età compresa tra 18 e 27 anni e dura 11 mesi, rimane su base volontaria invece per le donne. Ad aver spinto la Lettonia a rintrodurre la leva obbligatoria è la presenza ingombrante della Russia con cui condivide 217 kilometri di confine. I continui sconfinamenti dei caccia russi nello spazio aereo dei Paesi baltici, e quindi della Nato (Riga è entrata nel patto Atlantico nel 2004), hanno accelerato la decisione della Lettonia di rinforzare le proprie difese nel caso di un confronto diretto con Mosca.

In Austria il servizio militare è obbligatorio per tutti i cittadini di sesso maschile per un periodo di circa otto mesi, in alternativa per gli obbiettori di coscienza sono previsti 13 mesi di servizio civile. Nel 2013 in un referendum i cittadini austriaci si espressero, con il 59,7 per cento dei voti a favore del mantenimento della leva. Anche in Danimarca la naja è obbligatoria: i diciottenni devono effettuare dai 4 ai 12 mesi di servizio, con l’alternativa del servizio civile. La leva è rimandabile sino ai 25 anni di età nel caso di proseguimento degli studi dopo le scuole superiori.

In Finlandia sono previsti tre diversi tipi di reclutamento, ma a partire dai 18 anni tutti i cittadini di sesso maschile sono chiamati a prestare servizio nelle Forze armate. L’addestramento non supera l’anno di durata, dopodiché si diventa automaticamente riservisti e lo si rimane fino ai 50 anni. La Svezia invece è l’unico Paese all’interno dell’Ue a prevedere la leva militare sia per gli uomini che per le donne.

Per i cittadini della Grecia la naja è obbligatoria tra i 19 e i 45 anni. La durata cambia a seconda della forza in cui si presta servizio e varia dai 9 mesi per chi è arruolato nell’esercito ai 12 per chi è arruolato nella Marina. In alternativa, si possono prestare 15 mesi di servizio civile.

Discussioni sulla reintroduzione del servizio militare obbligatorio

In Italia, nel 2004, il governo Berlusconi decise di sospendere la leva militare obbligatoria preferendo il servizio su base volontaria. L’invasione dell’Ucraina ha però riportato in auge la discussione su una possibile reintroduzione della naja. A spingere è soprattutto il Vicepremier Matteo Salvini, che in più occasioni si è detto favorevole, sostenendo che il servizio militare obbligatorio aiuti il processo di crescita dei giovani. Diverso invece il parere del ministro della Difesa Guido Crosetto secondo cui: “Le forze armate hanno bisogno di professionalità, non è un luogo dove insegnare o educare i giovani”.

Anche la Germania sta discutendo sulla riapertura del servizio di leva. Il ministro della difesa Boris Pistorius, ha sottolineato la carenza di personale, sia arruolato nell’esercito sia tra la riserva. I piani dell’esercito tedesco puntano ad arrivare alle 203 mila unità entro il 2030, a fronte delle attuali 180 mila. Per raggiungere questi obiettivi, secondo i vertici dell’esercito federale, la reintroduzione del servizio militare obbligatorio rappresenterebbe una soluzione. La reintroduzione della leva obbligatoria inoltre darebbe ai cittadini delle nozioni e un minimo di conoscenza sugli armamenti e sulle tattiche di difesa, così d’avere una base in caso di un confronto militare diretto.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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