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Sgarbi: ‘Facci? Non di buongusto ma si è pentito, non come me’

Nella polemica “che mi ha investito mi rimproverano l’uso del turpiloquio, ma nel caso di Facci, non c’è. Ha utilizzato un participio passato (‘fatta’, ndr) riferito alla ragazza nella maniera in cui abitualmente si usa nel linguaggio comune tra le persone”. Lo dice il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, rispondendo all’ANSA al termine della conferenza stampa al Mic per ‘ContemporaneaMente Gualdo Tadino’. È il nuovo Festival in Umbria dell’arte contemporanea che accoglierà, dal 5 agosto al 7 gennaio il pubblico nella città umbra con mostre temporanee, giornate di studio, laboratori, incontri con curatori e artisti, percorsi tematici attraverso i 6 musei del Polo Museale. “Ho letto con attenzione l’articolo di Facci – aggiunge -. Ho trovato il gioco di parole non di buongusto” vista l’indagine in corso e “poteva risparmiarselo” ma ogni volta che si affronta la materia sessuale “mi sembra ci sia una paura delle parole, emerge una sessuofobia”.

Facci “ha spiegato comunque che la frase non l’avrebbe più scritta. E’ una battuta forse sbagliata ma è anche vero che nella seconda parte dell’articolo ha citato il capo d’imputazione contro il figlio di La Russa”. Sgarbi commenta anche la richiesta di intervento del comitato etico della Rai: “Saviano che ha un contratto sicuro ha detto ‘bastarda’ alla Meloni. E’ vero che è un termine dal connotato politico, ma non è una gran parola. Perché il peso dell’uso del termine ‘fatta’ è maggiore?”. Quindi non vedrebbe niente di male in una collaborazione di Facci con la Rai? “No, tranne che sul piano estetico – chiosa – dovrebbe pettinarsi in modo diverso”. Tornando invece alle polemiche per il suo intervento al Maxxi, “mi ha colpito l’accusa di essere sessista, non solo perché la parola non mi piace, ma perché chiunque parli di sesso, donne o uomini, è sessista” osserva. “Il mio era un raccontino, non ho pensato che il sottosegretario non potesse avere attività sessuale – commenta sorridendo -. Avrei potuto non rispondere alla domanda, ma l’ho fatto in modo scherzoso. Non sono pentito, al massimo perplesso. Non capisco chi si potesse offendere, parlavo del mio passato” e “sono stato attaccato per un problema estetico, perché pensavo di poter parlare con il linguaggio del mio tempo”.


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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