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Roccella apre ad una sanatoria per bimbi delle coppie gay nati finora

“Dovremo pensare a una soluzione legale per i bambini nati fin qui”. Lo ha detto la ministra alla Famiglia e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella riferendosi alla maternità surrogata durante la registrazione de La Confessione di Peter Gomez, in onda sul Nove venerdì 23 giugno.

“Dovremo pensare a una sorta di sanatoria – ha spiegato – una volta che ci sarà la nuova legge per la perseguibilità dell’utero in affitto, anche per chi lo fa all’estero, visto che in Italia è già vietato per fortuna. Io penso che sia utile introdurre una soluzione legale che non sia un modo di aggirare le leggi per i bambini nati fin qui”.

La risposta dell’associazione Famiglia Arcobaleno
“I nostri figli non sono villette abusive a cui si può applicare una sanatoria. Sono cittadini italiani privi di diritti elementari di cittadinanza che qualunque Paese dovrebbe garantire. La sanatoria è trattare i nostri figli come un abuso e frutto di una illegalità, quando questi bambini sono nati all’estero dove la pratica della Gpa è legale e quindi non devono subire questo trattamento. E’ una cosa indegna detta da una ministra della Repubblica che dovrebbe garantire l’articolo tre della Costituzione che vede tutti i cittadini uguali per legge”. E’ il commento di Alessia Crocini, la presidente di Famiglia Arcobaleno all’ipotesi formalata dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella. “Intanto non esistono soltanto i figli nati da Gpa – aggiunge – ma esistono anche i figli delle coppie di donne, 33 bambini a cui vengono tolti una dei due genitori. Quindi non esistono sono i figli dei padri. So che alla Roccella non piacciono le donne, in senso politico, visto come tratta le femministe. Ma esistono anche le coppie di mamme. Una sanatoria significa accettare una cosa non vera perchè questi bambini quando sono nati per gestazione per altri, sono nati in Paesi in cui la gpa è legale”. Secondo la presidente di Famiglie Arcobaleno, “Roccella la dovrebbe smettere di dire bugie. Ha sostenuto che in Italia per fare la stepchild ci vogliono tre mesi. Un bambino napoletano di un anno e mezzo, figlio di nostre socie, è ricoverato in ospedale ed una malattia oncologica da quando aveva 20 giorni. Le sue mamme hanno provato a fare la stepchild hanno avuto il primo appuntamento al tribunale dei minorenni di Napoli dopo un anno. E su sollecitzione dell’avvocato che ha fatto presente che ha una grave malattia non c’è stato niente da fare. Intanto questo bambino può avere una sola madre perchè l’altra non può dare il cambio perchè non le fanno fare le notti e perchè non può firmare il consenso informato per le cure salvavivta. Ci dicesse in faccia la Roccella che ci vogliono solo tre mesi, si deve vergognare… è una bugiarda…venisse a denunciarmi”.

   


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