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Piantedosi, ‘la sicurezza delle città è una massima priorità’

“La sicurezza delle città, e in particolare delle aree urbane limitrofe alle stazioni ferroviarie, costituisce una priorità del massimo rilievo”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante il question time al Senato. Il ministro ha ricordato l’istituzione del ‘Forum delle aree metropolitane’ con Roma, Milano e Napoli che sarà presto esteso anche ad altre città.

“Solo per dare un’idea della portata delle operazioni ad alto impatto nelle tre città in questione – ha detto -, dal 10 gennaio al 3 maggio scorso, sono stati impiegati oltre 15 mila operatori delle forze di polizia, 1.300 unità della polizia municipale e oltre 1.500 addetti di altri enti coinvolti nei controlli”. “La strada che abbiamo tracciato e che stiamo percorrendo insieme ai sindaci è quella giusta – ha concluso il ministro -: la piena valorizzazione delle risorse disponibili, mettendole a fattor comune per migliorare la sicurezza e la vivibilità delle nostre città”. 

“Il nostro obiettivo – ha continuando rispondendo ad un’altra interrogazione – è continuare ad aumentare la presenza delle forze di polizia nei luoghi che presentano maggiori criticità, incluse le strutture ospedaliere e le aree commerciali. Questa impostazione, infatti, produce ricadute positive sia sul piano della prevenzione sia su quello della repressione dato che, nei casi in cui siano stati consumati dei reati, il presidio costante e rafforzato delle forze di polizia ha consentito di individuare in tempi brevi i colpevoli e di assicurarli alla giustizia”.

“Sono, tuttavia, consapevole che il lavoro delle forze di polizia è fondamentale ma non basta – ha sottolineato -. Occorre, infatti, agire per combattere il degrado e la crescente emarginazione sociale che alimentano fenomeni di illegalità e insicurezza. È evidente che i problemi della sicurezza, del degrado, del disagio e della marginalità sociale sono strettamente legati tra loro; pertanto, ritengo essenziali la costante interlocuzione e la leale collaborazione con i sindaci che non devono essere lasciati soli e vanno sostenuti anche sul versante delle loro specifiche attribuzioni, in materia di servizi sociali e di interventi di riqualificazione urbana”.

Sciogliere i movimenti eversivi è un tema complesso “Lo scioglimento di organizzazioni di carattere eversivo” è “una questione di estrema complessità, come del resto fa capire anche la limitata casistica applicativa” ha detto il ministro dell’Interno rispondendo ad un’interrogazione sullo scioglimento delle formazioni che si ispirano al fascismo. A conferma della complessità, ha detto il ministro, c’è “la decisione assunta dal governo allora in carica, a seguito del gravissimo assalto alla sede nazionale della Cgil nell’autunno del 2021, di non procedere allo scioglimento mediante decreto legge, pur in presenza delle mozioni approvate nella scorsa legislatura dai due rami del Parlamento”. “Assicuro – ha concluso Piantedosi – che il governo dedica la massima attenzione e ha la piena consapevolezza della necessità di tutelare i valori costituzionali e l’ordinamento democratico”.

Termini? Capisco ira hotel, risposta è restyling “Capisco il problema degli esercenti e dei residenti e il punto di vista degli albergatori, ma la riqualificazione dell’area è la risposta. La strada che noi offriamo è un grande progetto di riqualificazione” ha spiegato il ministro dell’Interno  Piantedosi, al termine della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a Roma rispondendo a una domanda dei cronisti sulla mancata efficacia, secondo chi protesta, del potenziamento dei controlli alla stazione Termini di Roma. “Su Termini abbiamo un’attenzione massima, che rinnoveremo ulteriormente – ha detto ancora – Siamo consapevoli che le persone vanno in stazione perché si sentono al sicuro. C’è una complessità da tenere in considerazione. Credo che questo progetto di riqualificazione darà la grande opportunità di affrontare questi fenomeni – ha aggiunto”. Rispetto alle proteste degli albergatori dell’Esquilino, che hanno contestato anche l’impiego dell’hub vaccinale per l’accoglienza sostenendo che non verrebbe realmente usato dai senza fissa dimora, il ministro ha aggiunto che “l’hub vaccinale verrà superato. Roma Capitale sta pensando a nuove soluzioni di accoglienza”.

“Quella di Termini è un’area molto particolare, le stazioni per loro natura sono un luogo di attrazione per l’ emarginazione sociale, persone che tendono ad addensarsi lì. Roma Capitale attraverso l’offerta dell’hub vaccinale è riuscita a censire numericamente le persone che gravitano attorno alla stazione: sono circa 160 di 35 nazionalità e il 20 per cento sono italiani”  ha detto il Ministro. “Quindi talvolta frettolosamente si tende ad attribuire quei fenomeni ad altri fenomeni come gli sbarchi, che sicuramente vanno messi sotto controllo perché non devono contribuire ad alimentare le fasce di emarginazione, ma è un fenomeno più complesso di quello che tendiamo a rappresentare semplicisticamente”.

Lotta alla droga non può prescindere da sicurezza “Il tema delle misure alternative alla detenzione è un tema di particolare complessità, credo richieda un’analisi sempre più approfondita, bene hanno fatto gli organizzatori a renderlo oggetto di questo specifico panel, penso che due dati fondamentali non vadano in ogni caso tralasciati: oltre un quarto dell’intera popolazione carceraria ha problemi di dipendenza patologica da sostanze stupefacenti, e il dato che riguarda anche gli istituti di pena italiana vede oltre il 30 per cento dei detenuti che sono in carcere per reati di droga”. Lo dice Piantedosi, intervenendo al summit “Rome Consensus 2.0” dal titolo “Abbattere barriere, costruire ponti”, promosso in occasione dei dieci anni della partnership di Croce Rossa e Mezzaluna rossa in cui si discutono buone pratiche di prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti e in particolare l’approccio della “deflection” teso ad evitare il carcere.

“Questo – ha proseguito Piantedosi – segna anche l’importanza del tema della droga che non è solo criminale ma è un tema veramente anche sociale, quindi ogni scelta in tale campo credo non possa non tenere in debita considerazione questi aspetti, la ricerca di un punto di equilibrio che assicuri nello stesso tempo la sicurezza per la collettività, il diritto alla salute e il reinserimento sociale delle persone, anche in un contesto come questo il mio continuo riferimento alla sicurezza e alla collettività me lo dovete comunque consentire perchè è un tema di cui mi devo occupare ma credo che possa essere ampiamente coniugabile con gli altri temi che si trattano più diffusamente in un summit come questo, anzi salute e reinserimento sono due aspetti importanti anche per la sicurezza delle collettività e delle stesse persone”.   


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