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Meloni a Londra, la stampa Gb evoca asse con Sunak sui migranti

Un asse fra Giorgia Meloni e Rishi Sunak, leader conservatori quarantenni freschi di leadership, per promuovere una linea di maggior rigore contro “l’immigrazione illegale” e i traffici degli scafisti, che si muovono sia sulla rotta del Mediterraneo verso le coste dell’Italia sia su quelle della Manica (con livelli di sbarchi record nel 2022) tra Francia e Inghilterra. E’ l’auspicio indicato questa settimana dalla Spectator, storico settimanale d’orientamento Tory, fra le letture dei media d’Oltremanica della visita al via a Londra della presidente del Consiglio, ospite oggi al 10 di Downing Street del primo ministro britannico.
   

In un’analisi affidata alla penna di Gavin Mortimer, si evoca la speranza di una unità d’azione fra Giorgia e Rishi per “affrontare la crisi dei migranti in Europa”: dossier al centro delle agende di entrambi i rispettivi governi, fra progetti di legge, iniziative politiche multilaterali, promesse di strette e polemiche.
    Mortimer cita i numeri degli sbarchi e non tralascia di richiamare la bufera recente sollevata dal ministro Francesco Lollobrigida – a Londra anche lui in questi giorni – con un riferimento alla “teoria della cospirazione” della cosiddetta “sostituzione etnica”. Ma nota come questa faccenda sia stata nel frattempo superata, escludendo a priori che possa in alcun modo comparire nei colloqui di Downing Street. Mentre giustifica l’atteggiamento di Meloni e Sunak di fronte a un’emergenza che richiede a suo parere più cooperazione internazionale. Una cooperazione – scrive – che Sunak ha provato a rafforzare tramite un accordo con la Francia, dove tuttavia il presidente Emmanuel Macron non sarebbe davvero in sintonia con l’esigenza di un giro di vite concreto. E che Meloni chiede in sede Ue salvo dover fare i conti, stando al commentatore britannico, con le resistenze attribuite “ai burocrati dell’apparato” di Bruxelles e le resistenze di un fronte guidato “dall’oligarchia Germania-Francia”.

    Resistenze che nell’interpretazione dello Spectator si rifletterebbero del resto come un freno anche su altri temi: da un maggiore allineamento agli Usa nei confronti della Cina, a una risposta più dura sulla guerra in Ucraina, alla politica energetica. Si tratta di prendere di petto – è la conclusione polemica – “l’incompetenza e la codardia mostrata da Berlino, Parigi e Bruxelles su tutto, della politica energetica, alla Russia, all’immigrazione di massa”. E di farlo in concerto con la Polonia e altri Paesi del fronte orientale di Ue e Nato. “E’ tempo – sprona Mortimer – che l’Italia, la Gran Bretgana e le nazioni dell’Europa dell’est riprendano il controllo del continente”. 
   


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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