“Sentenze chiare, tempi rapidi, indipendenza e leale collaborazione con il governo”. Il nuovo presidente del Consiglio di Stato Luigi Maruotti si insedia in una cerimonia che coincide con l’inaugurazione dell’anno giudiziario e la sua relazione sull’attività della giustizia amministrativa è un intervento programmatico. La cerimonia si è svolta a Palazzo Spada, presenti il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, i presidenti di Camera e Senato, e il sottosegretario alla presidenza Alfredo, aperta con l ricordo dell’ex presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, scomparso a Natale.
“Tutte le Istituzioni del Paese devono fare uno sforzo imponente per dare stabilità ed agevolare la ripresa economica, in un contesto impoverito prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina”, ha detto Maruotti, e in particolare la giustizia più contribuire agendo “con imparzialità, con indipendenza, ma anche con professionalità unita alla celerità, per garantire al contempo legalità e sviluppo”. Servono allora decisioni “chiare, tempestive e di agevole esecuzione”.
“Non basta essere imparziali – è il richiamo -, ma occorre apparire sempre imparziali: dobbiamo essere consapevoli che l’attività istituzionale può risultare inattaccabile soltanto se manteniamo condotte coerenti anche quando non indossiamo la toga”. Poi la disponibilità al governo a “proseguire il rapporto di leale collaborazione”. Nei mesi scorsi il Consiglio di Stato ha elaborato la bozza del nuovo codice degli appalti, ora potrebbe assumere il compito di redigere uno schema di Codice dell’azione amministrativa, “che raggiunga obiettivi di reale semplificazione, anche coordinando le disposizioni sui procedimenti amministrativi, sparse nell’ordinamento”.
Maruotti ha ribadito l’impegno per raggiungere gli obiettivi fissati dal Pnrr. “Nel 2022 è stato abbattuto in modo consistente l’arretrato anche per conseguire gli obiettivi fissati dal Piano”, ha sottolineato: al 31 dicembre 2022 al Consiglio di Stato l’abbattimento è stato del 21,6%; presso i Tar le pendenze sono diminuite del 12,1%. Nei processi in materia di appalti pubblici sono stati ridotti i tempi per le decisioni: “la durata media di un giudizio è di 111 giorni in primo grado e 159 giorni in appello”. “I tempi – ha rilevato – risultano in linea o addirittura inferiori alla media europea”. Alla cerimonia anche l’allarme della presidente del Consiglio Nazionale Forense Maria Masi sugli alti costi di accesso alla giustizia amministrativa, in particolare sui ricorsi su appalti e decisioni delle autorità indipendenti, ma questo – ha sottolineato – non può avere la scopo di deflazionare la giustizia.
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