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La morte di Berlusconi sulle prime pagine dei quotidiani

Ampio spazio su tutti i media internazionali, oltre che su quelli nazionali, alla morte di Silvio Berlusconi.

La stampa tedesca ricorda ‘il primo populista d’Europa’
“Il primo populista d’Europa”, scrive la Welt. “Il primo della sua specie”, per la Sueddeutsche Zeitung. Anche i giornali tedeschi hanno aperto le edizioni quotidiane sulla morte di Silvio Berlusconi, che ha una fortissima eco da ieri sulla stampa in Germania. “Ha spesso sedotto gli italiani, che lo hanno quasi sempre perdonato. Berlusconi è stato un precursore per i populisti di tutto il mondo”, scrive Sz, che in un articolo nelle pagine interne firmato da Oliver Meiler lo definisce “il massaggiatore delle masse”. “In tutti gli anni in cui ha fatto politica, Berlusconi si è occupato innanzitutto di una cosa: se stesso. È stato precursore di tanti populisti, demagoghi, seduttori. In morte di un uomo che ha cambiato il mondo, seppur non in bene”, è il sottotitolo del giornale progressista. “Anche Donald Trump ha utilizzato la storia di Berlusconi come modello”, si legge nell’articolo, in cui si ricorda che all’ex premier italiano non piacesse questo confronto, lui si riteneva “più complesso”. A margine della ricostruzione di tutto il percorso biografico, Sz sentenzia: “Come capo di governo, Silvio Berlusconi ha sempre deluso. Era bravo solo in campagna elettorale, come massaggiatore delle masse. Non c’è alcuna grande riforma di cui si ricordino gli italiani, neanche un’opera edile che valga come simbolo del suo tempo al governo”. In un secondo articolo, il giornale bavarese ricorda l’uomo che “ha plasmato la televisione, non solo in Italia”. “Compagni di strada e avversari rendono merito a Berlusconi”, titola invece Faz, che dedica all’ex premier italiano diversi articoli. “Il seduttore”, è il titolo di una lunga ricostruzione biografica del fondatore di Forza italia. “Berlusconi ha dominato ogni palcoscenico. E sapeva come tessere alleanze. Così ha plasmato l’Italia”, si legge nel sottotitolo. Anche nelle pagine dedicate all’economia e all’impresa, il giornale conservatore di Francoforte propone un titolo su di lui: “Silvio Berlusconi. Nel mondo economico il quattro volte presidente del Consiglio resta nella memoria soprattutto come imprenditore”. “Il primo populista d’Europa”, titola poi die Welt. “L’ascesa Berlusconi la deve al suo ego, alla sua capacità di cogliere i desideri degli italiani, e alla televisione. Il suo modo di fare politica ha fatto da modello a molti”. “Cosa divise l’Italia? In gioco c’era di più del conflitto eterno con la legge – il commento -. Una seconda rivoluzione antropologica, il passaggio da una società piccolo borghese, plasmata dalla morale cattolica, verso una società moderna, emancipata e spesso senza valori: l’era Berlusconi”.

Per i media russi ‘se ne va ma resta’
“Berlusconi se ne va e resta”: così la testata economica russa Kommersant rende omaggio alla figura del Cavaliere, con un titolo emblematico degli omaggi che vari media di Mosca gli tributano. “L’eccentrica storia italiana – scrive il giornale – decretò che fosse lui a proporre il progetto più importante per lo sviluppo della nuova Italia di fine XX e inizio XXI secolo”. Secondo Kommersant, si può dire che Berlusconi sia stato all’origine della tendenza della politica occidentale rappresentata dalla destra carismatica su entrambe le sponde dell’Atlantico, da Donald Trump a Viktor Orban. E per questo, appunto, “Berlusconi se ne va ma resta”. Nella maggior parte dei commenti dei media si sottolinea l’impulso dato da Berlusconi ai rapporti di collaborazione tra Italia e Russia e i suoi rapporti di amicizia con il presidente Vladimir Putin. La testata filo-Cremlikno Izvestiya sottolinea che dal 1994, quando Berlusconi è diventato presidente del Consiglio per la prima volta, al 2013, gli scambi commerciali tra Italia e Russia sono passati da 4,4 miliardi di dollari a 53 miliardi. Il giornale riporta anche un episodio particolare menzionato nelle memorie di alti funzionari del Kgb. Secondo queste testimonianze, il Cavaliere avrebbe attirato l’attenzione dello spionaggio sovietico fin da metà anni ’70, quando fu avvicinato in un ricevimento da Geovrk Vartanyan, allora responsabile dei servizi segreti di Mosca in Italia, dove era ufficialmente registrato come commerciante di tappeti persiani. La testata economica Vedomosti, sotto il semplice titolo ‘E’ morto Silvio Berlusconi’, si sofferma sui suoi rapporti di amicizia con Putin, ricordando che il leader russo fu ospitato nella villa in Sardegna del Cavaliere e poi che Berlusconi partecipò nel 2018 ai festeggiamenti per il compleanno dello stesso Putin. Il giornale sottolinea anche la posizione critica assunta da Berlusconi contro l’appoggio incondizionato dei governi occidentali a Kiev nel conflitto in Ucraina e ricorda che il Cavaliere aveva detto di aver mantenuto i contatti con lo stesso Putin con uno scambio di messaggi e doni reciproci di vodka e vino in occasione del compleanno di Berlusconi.

La stampa britannica intinge la penna nel veleno: enfasi, critiche e folklore
Ritratti in chiaroscuro, talora decisamente critici, e non senza richiami d’occasione al sarcasmo, a qualche semplificazione sull’Italia, all’immancabile nota di folklore: in primis quello del ‘bunga bunga’, espressione divenuta a suo tempo popolare pure oltre Manica, e spesso storpiata dalla pronuncia inglese in ‘banga banga’. I media britannici, spesso pungenti su Silvio Berlusconi parlandone da vivo, non si smentiscono nemmeno nei necrologi che gli riservano oggi – con un’evidenza raramente concessa a ex leader stranieri defunti dell’Europa continentale – in un’isola la cui classe dirigente pure ha avuto col Cavaliere rapporti in genere assai meno conflittuali rispetto ad altri Paesi europei. E i cui tributi al leader e magnate italiano scomparso non si sono fatti attendere fin da ieri ad alto livello: sia nel messaggio di maniera di Rishi Sunak, primo ministro conservatore 43enne da pochi mesi in carica, che Berlusconi non ha fatto in tempo a conoscere personalmente; sia con quello a tutto tondo del veterano Tony Blair, ex premier laburista che invece fu in parte al governo negli stessi anni, condivise con lui scelte controverse come l’adesione alla guerra americana di George W. Bush in Iraq, e arrivò a frequentare da ospite la villa in Sardegna dell’amico Silvio. Fra le testate più severe, spicca il progressista Guardian, che nel suo obituary di rito (necrologio dedicato a figure note) gli rinfaccia soprattutto scandali e corruzione, imputandogli, al pari di Donald Trump, di aver non solo dominato la scena politica a lungo in forza di “un ego smisurato”, ma anche di aver contribuito a “minare le istituzioni consolidate” della democrazia italiana “stampa e magistratura comprese”. Non troppo dissimile, sebbene meno improntato ad accenti da requisitoria e più disposto a riconoscere anche gli elementi fuori dall’ordinario della vita e dei carattere di Berlusconi, il ritratto commemorativo affidato alla penna di Tony Barber dal Financial Times, voce liberal della City: che a sua volta rimprovera in qualche modo all’ex presidente del Consiglio d’essere stato una sorta di precursore di Trump e lo tratteggia come “una magnate dei media” di successo il cui nome appare tuttavia destinato “incomprensibilmente a restare legato a una fase di declino economico” dell’Italia e a un’eredità di “standard talora deplorevoli nella vita pubblica”. La Bbc e il filo-conservatore Daily Telegraph scelgono sfumature meno nette per descrivere il bianco e il nero, i pro e i contro, le accuse e gli entusiasmi che hanno punteggiato la vita di Berlusconi. Con quest’ultimo che non manca di titolare sul giudizio politico positivo – di “leader capace, accorto e di parola” – dato ieri da Blair. Mentre il settimanale Economist lo ricorda online come un leader “inseguito dagli scandali”, ma pure – più pittorescamente – sotto la nomea di “grande seduttore”. E l’Evening Standard, testata semi-popolare, preferisce strillare la notizia della sua scomparsa annunciando a caratteri cubitali “la morte del primo ministro del bunga bunga”.

Ampio spazio alla morte di Berlusconi sui media spagnoli
Tutti i principali quotidiani spagnoli riservano ampio spazio in prima pagina alla notizia della morte di Silvio Berlusconi. Su El Mundo, a ricordarne la figura è l’ex premier popolare José María Aznar (1996-2004). “Nel corso del mio periodo al governo”, scrive il politico, “abbiamo sempre trovato in lui un alleato disposto a far pendere dalla nostra parte le questioni al centro della discussione”. Berlusconi, aggiunge Aznar, è stato “un amico e alleato della Spagna” con cui lui stesso ha potuto condividere “un’idea dell’Europa che ancora oggi mantiene intatta la sua proiezione verso il futuro”. El País riserva invece al Cavaliere un editoriale. “‘Con la scomparsa di Berlusconi non si chiude un’epoca nella politica italiana”, si legge, perché “l’influenza” dell’ex premier “sul modo di intendere il dibattito pubblico”, “il suo modo di governare” e “il concetto stesso di verità e bugia” continuano a “condizionare” non solo la politica italiana, ma anche “ciò che sta succedendo in altri importanti Paesi europei”. In altre parole, riassume il quotidiano di tendenza progressista, “Berlusconi rappresenta il trionfo del populismo messianico”. Per La Vanguardia, l’ex premier “irruppe” nella politica italiana “disposto a cambiare tutto”, e “nella sua ora finale bisogna riconoscergli il merito di avercela fatta”. Il giornale di stampo conservatore Abc dà invece spazio ad alcuni articoli di opinione.

In Turchia ricordato per gli scandali, il Milan e l’impero mediatico
La notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi è su tutti i giornali turchi. Ecco come le varie testate ricordano il Cavaliere.
Hurriyet: “Un nome celebre per gli scandali, Berlusconi è morto. Lascia una fortuna da 7 miliardi di dollari. Alla guida dell’Italia per molti anni senza che gli scandali uscissero mai dall’agenda, era ancora presidente di Forza Italia, partito all’interno della coalizione di governo”.
Posta: “La vita piena di scandali di Berlusconi giunge alla fine. L’ex premier italiano e leader del partito Forza Italia è stato il più grande magnate mediatico italiano e dal 1994 al 2011 per quattro volte premier”.
Milliyet: “Ha vissuto godendosi la vita. L’ex premier italiano Berlusconi, il leader mondiale più popolare ed esplosivo, ha perso la vita a 86 anni. L’uomo che ha cambiato la vita politica italiana si lascia alle spalle scandali e un grande impero mediatico”.
Sozcu: “Reso celebre dagli scandali, Berlusconi è morto. L’ex premier italiano Silvio Berlusconi è morto in ospedale dove era ricoverato per una leucemia. Con un patrimonio di 7 miliardi di dollari, il nome di Berlusconi è finito al centro di scandali di corruzione e sessuali”, scrive il quotidiano di opposizione, molto venduto in Turchia, che mette in prima pagina una foto dell’ex premier italiano assieme all’allora primo ministro Recep Tayyip Erdogan durante una visita ad Ankara nel 2005.
Yeni Safak: “Politico per lungo tempo riconosciuto come la figura pubblica più vivace, è stato scelto per tre volte come premier. Berlusconi si è fatto un nome come fondatore della rete televisiva commerciale del Paese e presidente del Milan Football Club”, scrive in prima pagina il quotidiano filogovernativo.


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