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Iran, un pacchetto di sanzioni europee al mese. Siamo al nono, ma nel Paese aumentano le esecuzioni capitali

Bruxelles – Arriva puntuale, anche questo mese, il pacchetto di sanzioni Ue contro i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in Iran. È il nono, uno al mese dallo scorso ottobre, e colpisce 7 persone che vanno ad aggiungersi alla lunga lista nera, che ora conta 223 individui e 37 entità.

I 27 ministri degli Esteri Ue hanno deciso di applicare misure restrittive nei confronti del procuratore generale e del vice giudice del tribunale penale della provincia di Isfahan, responsabili dei processi che hanno portato all’esecuzione capitale di tre manifestanti nel mese di maggio. Preso di mira anche il comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc) della stessa provincia. Le misure restrittive, che consistono nel congelamento dei beni , nel divieto di viaggio verso l’Unione Europea e nel divieto di ricevere fondi o risorse economiche dal territorio comunitario, colpiscono anche il governatore e il comandante della polizia di Rezvanshahr, città nella provincia di Gilan, responsabili di aver ordinato agli agenti di aprire il fuoco sui manifestanti in diverse proteste, causando morti e feriti.

Infine, entrano ufficialmente nei cattivi il governatore della città di Amol, responsabile dell’uccisione di almeno due giovani manifestanti iraniani, e il comandante del Corpo delle Guardie Imam Hossein di Karaj per la detenzione e lo stupro di Armita Abbasi da parte delle forze di sicurezza di Karaj. Abbassi, ventunenne, era stata indicata come una dei leader delle proteste e per questo incarcerata per oltre tre mesi.

Alle sanzioni si accompagnano i soliti appelli alla Repubblica Islamica affinché “ponga fine alla violenta repressione delle proteste pacifiche e al ricorso a detenzioni arbitrarie”. I 27 invitano inoltre Teheran a “cessare la pratica di imporre ed eseguire condanne a morte contro i manifestanti, revocare le condanne a morte pronunciate e garantire un giusto processo a tutti i detenuti“.

Le esecuzioni capitali nel Paese, secondo l’ong Iran Human Rights (Ihrngo), sono aumentate in maniera drammatica: solo a maggio sarebbero state giustiziate almeno 142 persone, dato più alto dal 2015. In questa prima metà di 2023 sarebbero almeno 307, con un aumento del 76 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Emblematiche le parole del direttore di Ihrngo, Mahmood Amiry-Moghaddam, che in un comunicato stampa ha dichiarato: “Se la comunità internazionale non mostra una reazione più forte all’attuale ondata di esecuzioni, nei prossimi mesi altre centinaia cadranno vittime della loro (delle autorità iraniane, ndr) macchina per uccidere”. Dopo nove pacchetti di sanzioni, forse è arrivato il momento di cambiare strategia.

I ministri degli Esteri Ue a Lussemburgo emanano il nono pacchetto di misure restrittive per i responsabili di violazioni dei diritti umani. Colpiti governatori, comandanti di polizia e delle Irgc. Ma l’ong Iran Human Rights lancia l’allarme: 142 persone giustiziate nel mese di maggio


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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