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Valanga di 3000 emendamenti. Congedo all'80% ai papà

Oltre tremila emendamenti in commissione. Nel primo stress test sulla manovra alla Camera quello che si registra, di fatto, è che l’accordo non scritto tra maggioranza e opposizione per limitare il numero delle proposte di modifica resta, per ora, solo sulla carta. Nel frattempo dalla riunione tra la premier Giorgia Meloni e i partiti di centrodestra emergono alcune modifiche già in pista, in primis l’estensione del mese in più di congedo parentale pagato all’80% anche ai papà. Possibili cambiamenti anche sul fronte delle assunzioni dei giovani e delle pensioni minime.

    Il prossimo step, intanto, è quello che prevede che i gruppi indichino un numero contingentato di proposte segnalate e dunque da esaminare con priorità. Il tetto, in questo caso, è fissato a 450 emendamenti, 250 di opposizione e 200 di maggioranza. Allo stato resta il fatto che i gruppi di FdI, Lega, Fi e Noi Moderati hanno presentato complessivamente oltre 600 proposte (285 Fratelli d’Italia, 151 della Lega, 136 da Forza Italia, 45 i Centristi). Le opposizioni sono sul piede di guerra. “Avevamo già pronti più di mille emendamenti – sottolinea il capogruppo di Avs in commissione Bilancio Marco Grimaldi – ma, alla fine, abbiamo deciso di depositarne 200 di merito per non dare alibi alla maggioranza. Certo, chiedono rispetto a noi e poi ne fanno 600 loro: le prassi si rispettano se c’è il rispetto delle opposizioni e dei regolamenti”. “Tsunami parlamentare” di 772 emendamenti, invece, dal Movimento cinque stelle che promette battaglia “per invertirne radicalmente la rotta della manovra in favore di persone in difficoltà e per una maggiore equità fiscale”. Dal Terzo Polo ne arrivano, invece, 311. Corposo il pacchetto di proposte di modifica del Pd con quasi mille emendamenti (957). “Meno tasse sul lavoro e salario minimo.

    Quattordicesima pensionistica e Opzione donna. Più soldi per sanità e scuola. Transizione 4.0 e credito d’imposta investimenti Sud. Stop condoni e norme su Pos e contante. Più tasse sugli extraprofitti” sono gli emendamenti Dem riassunti dal responsabile economico Antonio Misiani.
    La partita, dunque, per il momento, sembra in salita, complicata anche dai tempi stretti per il dibattito (si va in Aula il 20 dicembre) ma soprattutto dalle esigue risorse a disposizione: il tesoretto di 400 milioni a disposizione per le modifiche parlamentari delle quali una parte da destinare all’opposizione, a partire dal Terzo Polo, quantomeno per provare a garantire alla manovra un percorso meno accidentato.

    Forza Italia insiste sulle proprie battaglie: oltre al Superbonus anche l’innalzamento delle pensioni minime che secondo quanto riferito dalla capogruppo in Senato Licia Ronzulli dovrebbe poter trovare spazio. “Abbiamo bisogno ancora di qualche giorno – spiega sempre Ronzulli – per trovare delle migliorie anche per la decontribuzione delle nuove assunzioni di giovani under 35 che sarà probabilmente spostata da 6mila a 8mila”. Intanto dall’Intergruppo parlamentare della Camera per le Donne, i Diritti e le Pari opportunità, arriva un emendamento bipartisa, siglato da 29 deputate e deputati per potenziare il piano strategico contro la violenza sulle donne. 


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