Non si fermano gli sbarchi a Lampedusa, senza sosta da iorni: nell’hotspot di contrada Imbriacola, nonostante i trasferimenti disposti dal Viminale con le navi di Marina, Guardia Costiera e Guardia di Finanza, ci sono ancora oltre duemila migranti ammassati in condizioni igienico-sanitarie pessime, a fronte di una capienza di 350 posti. E proprio per evitare che l’emergenza si prolunghi per settimane, il ministero ha noleggiato un traghetto che farà la spola, 3 volte a settimana, per trasferire i migranti.
“Continueremo a mettere in campo il massimo sforzo” dice il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese dopo aver incontrato al Viminale il sindaco Filippo Mannino, che ha ringraziato assieme ai lampedusani “per l’impegno e lo spirito di solidarietà dimostrati anche in questa fase”. Il Viminale ha anche stanziato 450mila euro per lo smaltimento dei rifiuti straordinari dell’hotspot.
Saranno complessivamente 900 i migranti che lasceranno l’isola, 600 dei quali a bordo di nave ‘Diciotti’ della Guardia Costiera. Trasferimenti che arrivano al termine di una giornata in cui va registrata anche la presa di posizione del Pd che non ha votato il rifinanziamento degli aiuti alla Guardia Costiera Libica. “Una battaglia giusta di pochi – dice Matteo Orfini – che finalmente diventa di tutto il partito”.
Tra martedì e mercoledì ci sono stati quattro gli sbarchi. Cittadini siriani, egiziani e sudanesi, sono riusciti ad arrivare a terra dopo essere partiti da Zuara in Libia a bordo di un’imbarcazione di 9 metri. Li hanno intercettati, mentre erano per le strada dell’isola, militari della Guardia di Finanza. Poco prima delle 3, a undici miglia dall’isolotto di Lampione, una motovedetta della Guardia costiera ha invece bloccato un’imbarcazione di 5 metri, salpata da Zarzis in Tunisia, con 17 cittadini tunisini e marocchini. Nel gruppo, anche due donne. Tutti sono stati portati all’hotspot. Il flusso è proseguito anche in giornata: 22 persone, tra cui 9 donne e 1 minore, in fuga da Costa d’Avorio, Guinea, Burkina Faso, Mali e Sierra Leone, sono state intercettate da un mezzo di Frontex e da una motovedetta della Gdf mentre si trovavano a sei miglia dal porto. Infine, 16 cittadini tunisini sono stati bloccati, a 21 miglia da Lampedusa, da una motovedetta della Guardia costiera. Il barchino, partito da Sfax, sul quale viaggiavano era alla deriva. Anche questo gruppo è stato portato nella struttura d’accoglienza finito da alcune settimane al centro di una indagine della Procura di Agrigento al momento aperta come modello 45, ossia senza indagati o ipotesi di reato.
E se la situazione sull’isola resta critica, anche a bordo delle navi delle Ong il quadro è preoccupante. Al momento sono circa 1.200, tra cui molti bambini i migranti presenti sulle imbarcazioni di Sos Mediteranee, Sea Watch e Medici senza frontiere. Proprio Msf è intervenuta oggi per mettere in salvo 100 persone. Si tratta dell’ottavo soccorso in mare nelle ultime 48 ore. “A bordo di SeaWatch3, ci sono 128 minori, di cui 116 non accompagnati- si legge invece in un tweet pubblicato dalla Ong tedesca -. La loro presenza è stata segnalata al Tribunale dei minori. Le condizioni di uno di loro hanno richiesto l’evacuazione medica. È disumano. Fateli sbarcare”.
Con l’emergenza di queste ore, e la campagna elettorale in corso, torna ad alzarsi il tono del dibattito politico. “L’hotspot al collasso: quasi 2 mila immigrati presenti su 300 posti disponibili! E gli sbarchi proseguono… Dal 1° gennaio al 26 luglio del 2019, con il lavoro mio e della Lega al ministero dell’interno, sbarcarono in 3.589”, scrive su twitter il segretario della Lega, Matteo Salvini che il 4 agosto sarà sull’isola. Gli risponde Laura Boldrini, deputata Pd, secondo la quale “Lega, in competizione con FdI, ritorna all’immigrazione, gallina dalle uova d’oro”. Dal canto suo la presidente dei sentori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, afferma che “l’inerzia di governo ed Europa stanno aggravando un’emergenza” ed è necessaria “un’iniziativa immediata da parte dell’esecutivo”. Polemiche che riprendono vigore proprio mentre a Roma, grazie ai corridoi umanitari, arrivano in aereo 217 rifugiati afghani con un volo speciale dal Pakistan. Insieme ad altri arrivi dall’Iran, lo scorso lunedì, e a quelli che arriveranno nelle prossime ore, sono 300 i rifugiati afghani che in questi giorni verranno accolti nel nostro Paese. Segno che un’altra immigrazione è possibile, se c’è la volontà.
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