Slitta a dopo le 21 l’atteso vertice del centrodestra annunciato da Matteo Salvini che intanto incontra Giorgia Meloni e lo stato maggiore della Lega, mentre spunta il nome sul nome di Franco Frattini, che il centrodestra avanza facendo irrigidire Pd e Iv, già schierati contro l’ex ministro degli Esteri quando nei giorni scorsi era circolato il suo nome. Una cortina fumogena, si ragiona anche in alcuni settori del centrodestra che non avrebbero ben accolto questo rilancio. E mentre Salvini è in campo con diversi incontri – anche Conte fa sapere di essere assai attivo – Berlusconi fa sapere, certo non a caso, di una telefonata con Draghi, che poi Tajani va ad incontrare nel pomeriggio. Per continuare a chiedergli, rivelano fonti Fi, di restare al governo. O come sussurra qualcuno, per riproporre la carta Frattini.”Siamo tornati al via, un nome già fatto e sul quale abbiamo già abbondantemente espresso le nostre perplessità”, boccia il Pd con le capogruppo Malpezzi e Serracchiani. “L’indecoroso show di chi ha scambiato l’elezione del Presidente della Repubblica con le audizioni di X Factor dimostra una sola cosa: bisogna far scegliere il Presidente direttamente ai cittadini. Stanno ridicolizzando il momento più alto della democrazia parlamentare”, tuona il leader di Iv. Mentre ancora una fumata nera esce dal comignolo di Montecitorio dopo il quarto voto – il primo a maggioranza assoluta – lo sforzo di chiudere entro domani si concentra intorno ai nomi di Draghi, Belloni, Cassese, Amato e Casini, azzoppato dal no del leader della Lega al mattino. E a sera, venti di guerra sul nome di Frattini. Nella apparente confusione della giornata e nelle opposte letture dei medesimi fatti c’è un filo rosso da seguire. Il centrodestra, scegliendo l’astensione attraverso il mancato ritiro della scheda, rende plastica la sua non autosufficienza: 411 voti (12 in meno dei 453 previsti). Degli altri 540 voti, ben 166 vanno a Sergio Mattarella, che ne aveva presi 39 nel secondo voto e 125 nel terzo. Poi c’è il pacchetto del 56 voti di Alternativa c’è chi converge su Di Matteo e in tal modo si conta. I voti su Mattarella potrebbero essere potenziali voti draghiani, in particolare stando alla voce che con essi si siano contati i 5s vicini a Di Maio, che crede assolutamente nella necessità di portare al Colle l’attuale premier proprio per garantire a questa maggioranza così larga, dove nessuno ha l’autosufficienza, di rimanere in vita. “Senza vincitori nè vinti”, come auspicava ancora al mattino Enrico Letta. Resta da dire che Giorgia Meloni, dovendo pronunciarsi su un tecnico ma preferendo un nome di centrodestra (Frattini indiscutibilmente lo è) oggi ha indicato Cassese e Belloni . Intanto Giorgetti si dice “ottimista”, in attesa degli eventi attesissimi della serata: il vertice del centrodestra e l’incontro tra Salvini e il centrosinistra.
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