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Quirinale: Guzzetta, i positivi devono poter votare

Gli uffici della Camera dovrebbero pensare a “misure tecno-sanitarie” che consentano ai parlamentari positivi al Covid o in quarantena di poter prendere parte all’elezione del Presidente della Repubblica, visto che il loro numero è tutto sommato limitato. Lo dice all’Ansa il costituzionalista Giovanni Guzzetta, commentando le affermazioni del presidente Fico che ha annunciato che i positivi non voteranno, così come in precedenti elezioni del Capo dello Stato non hanno votato alcuni grandi elettori malati.
    Guzzetta solleva delle obiezioni sul paragone fatto ieri dal presidente Fico nell’intervista a “In mezz’ora”: “La differenza tra l’attuale situazione e le precedenti, consiste nel fatto che nelle precedenti volte la scelta se partecipare o meno al voto era dell’interessato; in questo caso l’interessato non ha possibilita di scelta, ancor più per i positivi asintomatici, per i quarantenati che non sono nemmeno malati”.
    “La soluzione che si ventila in queste ore – prosegue il costituzionalista – di rifiuto di altre soluzioni, mi sembra in contraddizione con il principio di proporzionalità: da una parte le preoccupazioni dell’emergenza sanitaria, dall’altra un numero relativamente circoscritto di persone per le quali si chiederebbe una deroga per poter esercitare una funzione di interesse pubblico”. “Girando la domanda potremmo chiedere: ci sono delle misure tecniche, anche per un numero limitato di persone che consentano di farle partecipare al voto in sicurezza? La domanda richiede una riposta tecnico sanitaria a fronte di un interesse pubblico di grande rilievo. I parlamentari stanno svolgendo un incarico pubblico a nome degli elettori”.
    Voto a distanza o voto nelle prefetture? “Con queste ipotesi aggiungiamo complicazioni. Io vedo meglio la predisposizione di percorsi specifici, di luoghi dove i parlamentari positivi o in quarantena possono sostare e dormire. Naturalmente occorre una norma urgente che le Camere dovrebbero chiedere al Governo di emanare. In fin dei conti anche i cittadini escono per andare a fare il tampone pur non essendo guariti. Il confinamento è ragionevole ma non esclude deroghe”.
    “Regole innovative sono possibili – conclude Guzzetta – si tratta di vedere se sono proporzionate rispetto all’interesse pubblico”. 
   


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