Ci sono altri 30 Paesi pronti a sbloccare le loro riserve di petrolio per far fronte alla crisi energetica creata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina. Lo ha assicurato Joe Biden dopo l’annuncio ieri che gli Stati Uniti libereranno 1 milione di barili al giorno per i prossimi sei mesi. Il presidente americano non ha precisato di quali paesi siano. Secondo funzionari americani si tratta dei 30 Paesi membri dell’Agenzia internazionale dell’energia, di cui fanno parte anche gli Usa, che oggi sono riuniti in un vertice straordinario. Dell’Aie non fanno parte né India né Cina.
“Questa mattina, oltre 30 paesi di tutto il mondo si sono riuniti in una riunione straordinaria e hanno concordato di immettere sul mercato decine di milioni di barili di petrolio”, ha sottolineato Biden parlando alla Casa Bianca di occupazione e ripresa economica.
Intanto secondo l’intelligence americana continuano le difficoltà della Russia sul campo. Il New York Times ha rivelato che le forze russe stanno conducendo la campagna militare in Ucraina senza un comandante centrale e con le truppe di aria, terra e acqua che non si muovono in modo sincronizzato. Inoltre, riferiscono le fonti al giornale, continuano i gravi problemi logistici che da giorni stanno riscontrando le forze di Putin.
Il leader del Cremlino, da parte sua, è sempre più indebolito dalla guerra psicologica che le intelligence occidentali stanno conducendo contro di lui dipingendo il quadro di un’armata russa impantanata, demoralizzata e disfunzionale che subisce perdite disastrose sul campo di battaglia. E nello stesso tempo evocando una crescente tensione politica dentro il palazzo, sostenendo che il leader russo è isolato, mal informato e consigliato, privo delle vere informazioni su come stia andando male la guerra per Mosca. E, ora, anche malato.
L’Occidente impedisce, di fatto, a Putin di definire la narrativa della guerra, così come ha fatto prima che iniziasse, declassificando molte informazioni di intelligence per anticipare le mosse dello ‘zar’. Una tattica che dovrebbe irritare il presidente russo, facendogli pensare alla possibilità che gli 007 occidentali abbiano la capacità di penetrare tra le mura del Cremlino.
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