(ANSA) – ROMA, 28 LUG – Scienziati e premi Nobel,
imprenditori, alti dirigenti, politici, diplomatici, attivisti,
ex ministri o rappresentanti dell’economia insieme ai
responsabili delle più importanti associazioni internazionali
che si occupano di cultura, restauro, musei, cinema. Il soft
power del mondo torna a raccolta a Venezia, il 29 e 30 agosto,
per la terza edizione del think tank internazionale fondato da
Francesco Rutelli e quest’anno il confronto è sulle grandi sfide
del clima, della sostenibilità, del digitale, in un mondo messo
a dura prova dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica e
ambientale. “Nessun velleitario orizzonte, semmai un contributo
al dialogo”, premette appassionato l’ex ministro della Cultura e
vicepresidente del Consiglio, per anni sindaco della capitale,
una vita spesa nell’impegno politico, oggi presidente
dell’Anica, l’associazione degli industriali del cinema. “Ma
quello che sta accadendo in questi mesi con la guerra, e con il
ritorno in campo degli strumenti del cosiddetto hard power,
rende paradossalmente ancora più importante un incontro di
questo tipo”.
Ecco quindi che tra i nuovi adepti del club ispirato dal
pensiero lanciato 15 anni fa dal politologo Joseph Nye jr negli
Usa arriverà Kiran Mazumdar Shaw, fondatrice della più grande
azienda indiana di biotecnologie. E insieme a lei ci saranno
Rebeca Grynspan, segretario generale di Unctad (Conferenza delle
nazioni unite sul commercio e lo sviluppo) e il diplomatico Lord
Charles Powell, che fu capo di gabinetto di Margaret Thatcher,
fianco a fianco col dg dell’Iccrom (centro mondiale per la
conservazione e il restauro del monumenti) Webber Ndoro o con
Charles Rivkin, leader della Motion Picture Association
Hollywood – Washington, solo per citare alcuni dei nomi noti tra
cui il climatologo Antonio Navarra, presidente del centro
europeo mediterraneo sui cambiamenti climatici, e Marzio
Galeotti, presidente della Fondazione Eni, Enrico Mattei. Una
super squadra dalle “sensibilità plurali”, sottolinea Rutelli,
con il principe di Giordania El Hassan Bin, ma anche l’ex
premier neozelandese Helen Clark o il cinese Yuan Ding,
vicepresidente e Dean della China Europe Businness School di
Shangai, il Ceo di Generali Donnet. (ANSA).
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