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Mimmo Di Lorenzo, discorso di Draghi è uno schiaffo politico

“Sono rimasto molto colpito, perché in altri tempi un discorso così non sarebbe piaciuto, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha disegnato un triangolo: da una parte il governo, dall’altra gli italiani e in fondo il Parlamento come tre unità distinte, con lui unico vero interprete del volere del Paese”. A spiegarlo all’ANSA è Mimmo Di Lorenzo, co-fondatore e direttore creativo di The Washing Machine Italia, agenzia di comunicazione tra le più note. “Dice più volte Draghi – continua Di Lorenzo – ‘sono qui perché gli italiani me lo hanno chiesto’, quasi a dire ai partiti con veemenza ‘voi dovete imparare ad interpretare il volere degli italiani’. Il suo discorso sembra essere la testimonianza ultima e definitiva della crisi del sistema, semmai servisse un ulteriore riprova del fatto che siano saltati gli schemi. E’ evidente che il Parlamento non è più interprete del volere del popolo, e un premier non eletto ne diventa il portavoce: è il triangolo delle Bermuda in cui la democrazia si è persa. Da parte di Draghi c’è ben quattro volte il richiamo ‘siete pronti?’, lo dice quattro volte in maniera forte, ed è ovviamente una domanda retorica, è un’accusa per dire implicitamente ‘non siete pronti’ ai partiti”.
    Insomma, spiega ancora Di Lorenzo, “il discorso di oggi di Draghi è uno schiaffo al Parlamento, parla interpretando con buon senso il sentimento comune. E’ un discorso assolutamente da politico vero, per niente da tecnico. Una figura del tutto simile, come quella di Carlo Azeglio Ciampi, non avrebbe mai fatto un discorso così: entrambi banchieri, europeisti, ma sempre attento Ciampi a misurare le parole”. Draghi invece per Di Lorenzo è “l’immagine della severità, forse anche eccessiva, ma ci stiamo abituando a questa durezza. Basti pensare però che quelle stesse identiche parole dette da Meloni o Salvini farebbero gridare molto”.
    Insomma per il direttore creativo di The Washing Machine, “quella di Draghi è una esplicita sfida al Parlamento, un guanto metaforico, una certificazione della crisi del sistema”, in una situazione del resto di “scollamento tra realtà del paese e Parlamento. Basti pensare ai numeri del Movimento Cinque Stelle a Camera e Senato e in tutti i sondaggi, la vita reale non coincide con Parlamento che è troppo lento”.
   


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