L’Italia vuole di più sui dossier migranti ed energia. Giorgia Meloni lascia Tirana soddisfatta per il vertice Ue-Balcani occidentali, ma ribadisce che il suo governo si aspetta da Bruxelles un approccio “non solo italiano” ai flussi migratori, che stringono il Paese “in una tenaglia” fra la rotta balcanica e quella mediterranea. E boccia come “insufficiente” la proposta europea sul price cap del gas. Il tema energia è stato al centro del “lungo confronto” con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz: su questo fronte la premier è sicura che l’Italia possa “giocare un ruolo centrale e strategico”, e che serva “fermare i costi della speculazione”.
E’ stato uno dei tre bilaterali per la presidente del Consiglio, che ha incontrato anche il padrone di casa Edi Rama, primo ministro albanese, e il presidente della Repubblica serba Aleksandar Vucic, a margine di un vertice in cui ha registrato “tanta voglia di Italia” in una regione tormentata in cui Roma vuole giocare un ruolo di mediazione. “Abbiamo una grande responsabilità con i Paesi dei Balcani occidentali”, ha detto sul tappeto rosso dove, prima della foto di famiglia, Meloni ha scambiato qualche battuta anche con il primo ministro ungherese Viktor Orban.
C’è stato solo un saluto, prima del summit, con Emmanuel Macron, perché – ha spiegato – è mancato il tempo per un faccia a faccia. “Saranno molte le occasioni di incontro nei prossimi giorni, ad Alicante venerdì per il vertice dei Paesi mediterranei, e al Consiglio europeo la prossima settimana”, ha notato la premier, assicurando che “i rapporti con la Francia continuano, al di là del racconto che ne fa un po’ la stampa”. Di fronte a nuovi tentativi di navi delle ong di far sbarcare migranti, come quello della Ocean Viking che ha aperto la crisi con Parigi, “la posizione del governo per quel che mi riguarda non cambia – ha chiarito -. Poi mi rendo perfettamente conto che la questione non va affrontata così”.
Per Meloni “va risolta con un approccio che non può essere solo italiano”, perché finora la redistribuzione dei migranti è stata “più presunta che reale”. Il principio di azione, è la sua tesi, deve essere “la difesa dei confini esterni dell’Ue”: per i migranti servono i decreti flussi e non vanno gestiti alla stregua dei rifugiati, come ha fatto “una sinistra ideologica”. Alla Commissione Ue Meloni riconosce invece il merito di aver prolungato Decontribuzione Sud fino al 31 dicembre 2023, in attesa che da Bruxelles arrivi il giudizio sulla manovra, già criticata da Bankitalia sulle misure su contante e pagamenti con il Pos. “La notizia per il governo è che sulle grandi voci della manovra non ci fossero critiche sostanziali da Bankitalia”, il commento della premier, che difende la sua finanziaria, “politica” anche se stesa in tempi brevi e condizioni economiche complesse.
Sul fronte interno, Meloni ha anche spiegato di “condividere” le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla necessità di “onorare” l’impegno con l’Ue sul Pnrr. L’esecutivo “sta lavorando in maniera incessante” ed “è importante che queste risorse arrivino a terra”, la sottolineatura della leader di FdI, accompagnata dalla constatazione che “con 120 miliardi di euro di investimenti e l’aumento delle materie prime stimato al 35%, un problema c’è”.
Da Tirana arriva anche il timbro sulla proposta di riforma della giustizia declinata dal guardasigilli Carlo Nordio: “E’ una riforma prioritaria, l’approccio del ministro è quello del governo. Tra i mille temi attenzionati ci sono anche le storture delle intercettazioni”, ha spiegato definendosi “una garantista nella fase di celebrazione del processo e una giustizialista nella fase di esecuzione della pena”.
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