Aperta in Campidoglio dalle 16 alle 19 la camera ardente per Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica morto ieri a 98 anni.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato in visita in Campidoglio nella Sala della Protomoteca. Ad accoglierlo, il sindaco Roberto Gualtieri. Mattarella si è intrattenuto per una decina di minuti. Anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è stato in Campidoglio per rendere omaggio Scalfari. Tra gli altri John Elkann che è arrivato alla camera ardente di Scalfari appena aperta al pubblico.
In sala della Protomoteca davanti al feretro c’è una grande foto del giornalista ritratto mentre cammina in campagna insieme al suo cane. Accanto alla bara la riproduzione delle prime pagine dei primi numeri di La Repubblica e de L’Espresso. Tra i famigliari presentì le due figlie Enrica e Donata e il nipote di Scalfari Simone; con loro anche il direttore di Repubblica Maurizio Molinari. Fra i tanti cittadini che stanno entrando molti anche gli amici e colleghi, tra i quali, Antonio Polito e Claudio Cerasa.
Domani alle 10.30 nella Sala della Protomoteca la cerimonia di commemorazione.
Dal Papa a Mattarella e Draghi, innumerevoli i messaggi di cordoglio per il giornalista che per 70 anni è stato protagonista della storia italiana. Su Repubblica oggi un inserto di 24 pagine in ricordo del ‘padre-fondatore’. Francesco, che con il padre di ‘Repubblica’ ha condiviso “un tratto di cammino”, piange l’amico, conservando “con affetto la memoria degli incontri e delle dense conversazioni sulle domande ultime dell’uomo”. A “uno dei più grandi giornalisti del XX secolo” rende omaggio Elisabetta Casellati, presidente del Senato che a Scalfari dedica un minuto di silenzio. Il premier Draghi sottolinea che la sua scomparsa “lascia un vuoto incolmabile nella vita pubblica del nostro paese”, mentre il presidente emerito Napolitano ne ricorda l’alto senso civico e l'”indomita passione civile”. Il compianto coinvolge tutto il mondo politico, da Letta a Salvini, da Conte a Di Maio, da Renzi a Calenda, da Speranza a Tajani. E a Scalfari rende l’onore delle armi anche il ‘nemico storico’ Silvio Berlusconi: “Ѐ stato una figura di riferimento per i miei avversari in politica. Oggi, però, non posso non riconoscergli di essere stato un grande direttore e giornalista, che ho sempre apprezzato per la dedizione e la passione per il suo lavoro”.
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