Assalto alla manovra da maggioranza e opposizione. Domani è fissata la scadenza per gli emendamenti, ne sono attesi ben oltre i 400 concordati. Nel mirino, la norma sul Pos, il tetto al contante, le pensioni e la flat tax. Verso l’eliminazione della clausola sui figli da Opzione donna. Il governo è pronto allo stop sullo scudo per le società di calcio. La premier Meloni da Tirana ridimensione la osservazioni di Bankitalia.
Tra i nodi anche quello del Superbonus. “Forza Italia è, come sempre” al fianco di famiglie e imprese e “per questo siamo già al lavoro per mettere a punto una soluzione di buon senso” sul superbonus “che vada incontro alle esigenze dei cittadini e degli operatori di questo comparto strategico, in primo luogo sbloccando i crediti fiscali e, al contempo, prorogando il termine al 31 dicembre”. Così Alessandro Cattaneo, presidente dei deputati di Forza Italia, dopo un incontro con una rappresentanza di imprenditori del mondo edile. “Lo diciamo con pacatezza – aggiunge – ma fermezza: cambiare le regole in corsa significa aggiungere danno al danno”. “Oggi – sottolinea Cattaneo -con l’onorevole Erica Mazzetti, ho incontrato una rappresentanza di imprenditori del settore edile, che ci hanno descritto la gravissima situazione della quale sono vittime migliaia di famiglie, i cosiddetti ‘Esodati del superbonus’. Durante l’incontro, hanno illustrato, dati alla mano, le drammatiche ricadute di questa condizione in cui, da oltre dieci mesi, si trovano famiglie, lavoratori e imprese. Forza Italia e’, come sempre, al loro fianco: per questo siamo già al lavoro per mettere a punto una soluzione di buon senso, che vada incontro alle esigenze dei cittadini e degli operatori di questo comparto strategico, in primo luogo sbloccando i crediti fiscali e, al contempo, prorogando il termine al 31 dicembre”. “Lo diciamo – conclude – con pacatezza, ma fermezza: cambiare le regole in corsa significa aggiungere danno al danno. Occorre, invece, rimboccarci le maniche per arrivare a punto di mediazione percorribile per mettere in sicurezza le procedure già avviate, che altresì rischierebbero di essere definitivamente compromesse. La casa è il bene più importante della famiglia, così come il presidente Berlusconi ci ha insegnato, e il nostro partito l’ha sempre considerata tale. In questo senso, abbandonare imprese e famiglie per noi e’ inaccettabile”, ha concluso.
Della manovra italiana “oggi non ne ho sentito parlare”. “Credo che tutti i ministri che hanno parlato pensino che siamo per mantenere i valori europei”. Lo ha detto dopo un Ecofin incentrato sul nodo del meccanismo di condizionalità per l’Ungheria il ministro dell’Economia ceco Zbynek Stanjura (alla presidenza di turno Ue), interpellato a margine dell’incontro in particolare su un eventuale interesse o criticità emersi nell’incontro in merito alla bozza programmatica di bilancio dell’Italia.
Intanto la Uil fa i conti sulla flat tax tra autonomi e dipendenti. La differenza tra autonomi con un fatturato di 85 mila euro e pensionati e dipendenti con un reddito equivalente può raggiungere, nei casi estremi, oltre l’800% di imposte versate in più da parte di questi ultimi. E’ quanto indica uno studio del Servizio politiche fiscali della Uil, secondo il quale in pratica un lavoratore autonomo verserebbe fino a 27 mila euro di Irpef in meno ogni anno, rispetto a lavoratori dipendenti e pensionati, senza contare lo sconto sui contributi previdenziali. “Una differenza enorme che non trova giustificazione”, sottolinea il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Sulla base dei dati relativi alle dichiarazioni 2020, evidenzia inoltre lo studio della Uil, dipendenti e pensionati, che sono l’89,9% dei soggetti che pagano l’Irpef, hanno versato il 96,3% dell’Irpef totale nel 2020. La flat tax, afferma ancora Proietti, “è uno strumento contrario ad una tassazione equa e giusta. Prevedere regimi forfettari, a vantaggio di particolari categorie, crea disuguaglianze tra le persone e carica sempre più sulle sole spalle dei dipendenti e pensionati il peso dell’Irpef” che, prosegue, “più che un’imposta sui redditi, è una tassa su salari e pensioni”. “Uno Stato democratico deve fondarsi su un fisco equo e progressivo così come previsto dalla nostra Costituzione – rimarca il segretario confederale della Uil -. Serve una vera riforma che diminuisca il carico fiscale per i dipendenti ed i pensionati improntando il sistema ad una piena progressività e allargando la base imponibile dell’imposta sui redditi. Parallelamente si deve investire in una vera forte battaglia all’evasione fiscale, un male endemico del nostro Paese, che ogni anno sottrae ai cittadini oltre 100 miliardi di euro, l’equivalente dell’importo speso per tre leggi di bilancio”.
“Alla fine sono felice che sul tema della moneta elettronica si è ritrovata una totale coesione della sinistra-Pd, sinistra italiana, M5s, commentatori – tutti finalmente uniti nella difesa della moneta bancaria, unità che non si vedeva da un sacco di tempo e soprattutto incentrata sulla possibilità di difesa di pagare col Pos il taxi e l’aperitivo, diventata la principale battaglia della sinistra nella legge di Bilancio”. Così il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari intercettato vicino a Palazzo Chigi a proposito delle polemiche sulla misura contenuta in manovra che elimina le sanzioni a chi non accetta le carte per i pagamenti fino a 60 euro. “Non la difesa dei lavoratori o delle categorie più fragili, della questione sociale – prosegue – ma la moneta elettronica delle banche. Sintetizzando il tutto ‘hasta la visa siempre’ “.
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