“C’è ancora tanto, tanto bisogno di ragione affinché le Erinni cessino di spargere veleno e morte nelle nostre città”. Nell’introdurre il concerto ‘Il sangue e la parola”, ispirato alle Eumenidi di Eschilo, il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato fa ricorso al mito greco per affermare il primato dello stato di diritto sulla vendetta. “Quando l’iniziativa fu concepita – ha detto – sapevamo che le Erinni non erano scomparse, ma pensavamo che fosse saldo nel mondo, soprattutto nella nostra parte di mondo, il primato del logos, della parola al posto del sangue. Poi è venuto il sangue ucraino e il senso delle Eumenidi è divenuto ancora più tragicamente attuale”. Il concerto in piazza del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – con sullo sfondo le due istituzioni simbolo dei valori costituzionali, la presidenza della Repubblica e il Palazzo della Consulta – è nato da un’idea di Nicola Piovani, ed è stato promosso dalla Corte e organizzato in collaborazione con la Rai e il Teatro dell’Opera di Roma. Il testo è liberamente tratto dalle Eumenidi di Eschilo, dalla Costituzione italiana e dai lavori preparatori dell’Assemblea costituente.
“Le Eumenidi – ha spiegato Amato – narrano la celebrazione, 2.500 anni fa, del primo processo fondato non sulla vendetta, ma sulla ragione, non sulla maledizione, ma sulla giustizia, non sul sangue che chiama sangue, ma sul logos, che convince e placa. Le Erinni, orribili portatrici del vecchio, saranno sconfitte dal giudizio dell’Areopago; non solo, esse stesse accetteranno il nuovo mondo e diverranno benedicenti, eumenidi. Nasceva così lo stato di diritto”. Quei principi saranno poi riaffermati nell’Italia del dopoguerra dalle nostre madri e dai nostri padri costituenti, e diventeranno il cuore della Costituzione italiana. La Consulta ha voluto e promosso questo concerto nel solco delle iniziative intraprese in questi anni, dai Viaggi in Italia, nelle scuole e nelle carceri, alla libreria dei podcast, per promuovere la cultura costituzionale, farsi conoscere e conoscere, e rafforzare il legame con la società civile. Ad assistere, in piazza del Quirinale più di mille persone: giovani, professionisti, intellettuali ma anche alcuni ragazzi di Nisida, dove Amato è tornato quest’anno dopo il viaggio nelle carceri, ex detenuti, poliziotti penitenziari, direttori e parenti di vittime di reati.
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