Genova e La Spezia non erano mai state amministrate dal centrodestra, fino a cinque anni fa, quando con un exploit riuscirono a segnare una pagina storica. In precedenza anche Savona era passata al centrodestra per poi tornare a sinistra. Ora, nelle urne del 12 giugno il centrodestra cerca la conferma di quell’exploit.
A Genova la sfida si gioca tra “l’uomo del ponte”, il sindaco-commissario uscente Marco Bucci, sostenuto da un’ampia coalizione di centrodestra che vede anche l’endorsement di Italia Viva e Azione, e Ariel Dello Strologo, avvocato e già presidente della comunità ebraica cittadina, candidato di un centrosinistra progressista e verde a trazione Pd insieme al Movimento 5 Stelle. Bucci si presenta, sondaggi alla mano, come il grande favorito e l’obiettivo è vincere al primo turno. Il manager tornato dagli Stati Uniti, quello portato dalla Lega e sostenuto da Giovanni Toti, ora brilla di luce autonoma e, con la flessione annunciata del partito del Carroccio e la crescita di Fratelli d’Italia, nel centrodestra scatterà anche la conta per la leadership della colazione in cui la lista civica del sindaco potrebbe farla da padrona. Sul campo opposto i progressisti, pur indietro nei sondaggi, sperano nel ballottaggio, soprattutto cercando di convincere quel 50% di elettori che nel 2017 non andarono a votare. Il ritorno alle urne di questo mega partito potrebbe cambiare completamente gli scenari. Per cercare di intaccare l’immagine del sindaco uscente, l’ex premier Giuseppe Conte, arrivato a Genova per sostenere Ariel Dello Strologo ha detto: “Il ponte non l’ha costruito Bucci, esagerato prendersi tutti i meriti. Il M5s al Governo ha permesso che ciò avvenisse”. D’altro canto il centrodestra sta spingendo proprio sulla città del fare anche in vista dei 10 miliardi di finanziamenti che arriveranno in città, tra Pnrr e altri fondi,. “Vogliamo fare grande Genova, non gestire il declino”, lo slogan di Bucci che in queste settimane ha più volte sottolineato: “Fareste gestire questi soldi a chi negli anni non è stato in grado di chiudere un buco”, riferendosi al cratere all’ospedale San Martino dove è stato realizzato un parcheggio. “Allargare gli orizzonti, ridurre le distanze”, è lo slogan del suo avversario che punta su un ruolo più centrale per i municipi, su politiche giovani, sulla Case di quartiere per legare le periferie al Comune. Sulla scheda elettorale anche il nome di Mattia Crucioli, senatore ex pentastellato, oggi di L’Alternativa c’è, spinto da una coalizione che va da Italexit e formazioni “no green pass” fino al Pc di Marco Rizzo. Completano il quadro Antonella Marras e Cinzia Ronzitti, candidate da partiti di sinistra radicale, l’imprenditore Carlo Carpi e il no vax Martino Manzano.
Se a Genova il centrodestra con Bucci può sperare in un successo al primo turno, lo stesso risultato appare difficile da raggiungere per il collega Pierluigi Peracchini. Il centrosinistra, dopo cinque anni di amministrazione di centrodestra, tenterà di invertire la rotta. Il sindaco uscente, Pierluigi Peracchini, è riuscito a tenere compatta la coalizione di centrodestra ottenendo il sostegno di Lista Toti, Lega, Fratelli d’Italia, Udc, Forza Italia, Liguria Popolare e liste civiche, ma ha perso quello dell’ex commissario di Forza Italia Giovanni Grazzini, sceso in campo con una lista civica e fermo oppositore del sindaco uscente. A opporsi a Peracchini c’è soprattutto la candidata dell’area progressista, l’avvocato Piera Sommovigo. Qui a differenza di Genova, Italia Viva e Azione hanno deciso di competere con loro candidati. Iv e Psi puntano su Antonella Franciosi, il partito di Calenda Andrea Buondonno.
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