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Etruria: Boschi, contro di me anche insulti sessisti

 “La vicenda Banca Etruria ci ha sconvolto la vita. La mia famiglia è stata additata per anni come responsabile dei più grandi scandali bancari del Paese. Non era vero nulla. Adesso lo sa tutta l’Italia”. Così Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva ed ex ministro, commenta l’assoluzione del padre sul crac di Banca Etruria in un’intervista a ‘La Repubblica’.

    “Il tema non è l’inchiesta, ma il massacro mediatico. Se io non fossi stata così visibile, a quei tempi, nessuno avrebbe parlato di Banca Etruria e di mio padre – prosegue – gli scandali bancari erano altri, lo sanno tutti. Ma molti dei protagonisti di quelle vicende erano legati a doppio filo con parte della classe dirigente mediatica, finanziaria, culturale di questo Paese. E su di loro è sceso un silenzio impressionante”.
    Secondo Boschi, il caso Etruria “dovrebbe far riflettere i media più dei magistrati. Sono stata condannata senza aver fatto nulla. E le opposizioni di allora, a cominciare dai Cinque Stelle, mi hanno insultato nel modo più becero. Nessun grillino ha ancora trovato il modo di pronunciare la parola ‘scusa’”, continua.
    La cosa peggiore secondo l’ex ministra è stata “la violenza verbale che spesso sfociava in sessismo. Hanno smesso di chiamarmi col mio nome per storpiarmi in Maria Etruria Boschi – conclude – cambiarti il nome è il primo passo per disumanizzarti Hanno ironizzato su tutto, mi hanno riempito di allusioni e minacce nel silenzio imbarazzato e complice di tanti e tante.
    Anche alcuni che debbono la carriera al renzismo hanno fatto a gara a dire che io ero il problema, che dovevo sparire”. 
   


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