Dopo l’intesa sui e sul , Mario Draghi vede un orizzonte “sensibilmente schiarito” sul fronte delle riforme e può rilanciare l’impegno del governo nel “fare quello che serve all’Italia”. Uno sprint che il premier vuole imprimere all’ultima parte della legislatura per far fronte alla crisi e portare a casa tutti i fondi del Pnrr, uno degli obiettivi principali del suo esecutivo. “Siamo qui per questo, non per stare fermi”, dice al congresso nazionale della Cisl. Dove annuncia anche un calo della pressione fiscale dello 0,4%, la “riduzione più consistente degli ultimi sei anni”.
Parole che risuonano – senza esserlo – come una risposta al leader della Lega Matteo Salvini che, dopo l’intesa sulla concorrenza, torna in pressing per la “pace fiscale”.
“Senza la pace fiscale si rischia di massacrare gli italiani. Che il governo non si sia ancora occupato del tema mi stupisce”, dichiara Salvini. Il presidente del Consiglio, rimarca lo sforzo fatto dall’esecutivo per far fronte alla crisi economica e energetica, amplificata dalla guerra in Ucraina: “Con la riforma dell’Irpef abbiamo sostenuto i redditi delle famiglie, soprattutto le più deboli. Questi maggiori trasferimenti valgono a regime quasi 14 miliardi di euro e rendono il nostro sistema fiscale più razionale e progressivo”. Quindi, ricorda la riduzione dei contributi a carico dei lavoratori per il 2022, decisa per sostenere i salari; l’ampliamento della platea di coloro che possono attingere al bonus sociale per tutelare i cittadini dai rincari energetici; il taglio delle accise sui carburanti; e l’indennità una tantum da 200 euro “per 28 milioni di italiani”.
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