Una barzelletta sui banchieri centrali e tanta ironia. È stata di questo tenore la prima parte dell’intervento del premier Mario Draghi alla cena della stampa estera. Uno ‘show’ inatteso e molto applaudito dai presenti. “E’ un grande piacere essere qui con voi oggi. Grazie per l’invito a questa prima mondiale, la prima cena dell’associazione stampa estera, una splendida iniziativa che si ispira ai colleghi degli Usa. Avete cominciato bene con un ex banchiere centrale….- ha detto Draghi introducendo la sua barzelletta -. Mi viene in mente la storia di un uomo che sta aspettando un trapianto di cuore. Gli dicono che e’ disponibile il cuore di un giovane di 25 anni in splendida forma e quello di un banchiere centrale di 86 anni. ‘Scelgo il secondo’, dice l’uomo. ‘E perchè?’. ‘Perché non è mai stato usato!'”.
Ancora. Il premier ha promesso “nei limiti del suo mandato” di fare tutto il necessario per i giornalisti: “Sono un nonno al servizio della stampa estera”, ha detto. “Nei primi mesi di questo governo, molti hanno scritto che questo esecutivo coincideva con un momento magico. I Maneskin, Berrettini, la finale europea, le medaglie alle olimpiadi, il Nobel per la fisica a Giorgio Parigi. Una serie di eventi così non si era mai vista. Da quel momento in poi è andato tutto a gonfie vele – ha ironizzato Draghi -: l’Italia non si è qualificata ai mondiali, siamo arrivati sesti all’Eurovision, Berrettini si è preso il Covid e non ha giocato a Wimbledon e vivo nel terrore che l’accademia svedese ci ripensi su Parisi…”.
Poi il premier ha spiegato perché in passato ha dovuto declinare alcune interviste ai corrispondenti: “Non si tratta di reticenza a comunicare. Come avete visto da alcune foto al museo del Prado amo moltissimo stare al telefono”, l’autoironia. “La verità è che volevo un vostro invito a cena. Ora ricambierò il favore con molta calma”. Infine, rivolto ai corrispondenti esteri ha chiosato: “Vi auguro di continuare a lavorare così, tra un cappuccino al sole, un aperitivo in piazza. Il corrispondente in Italia è un duro lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo…”.
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