Un contenzioso o difficoltà oggettive legate all’espletamento del bando: sono “a titolo esemplificativo” le ragioni per cui sono concesse deroghe, di massimo un anno, all’obbligo di mettere a gara le concessioni balneari dopo il 31 dicembre 2023, secondo la proposta del governo sul ddl concorrenza, elaborata dal viceministro al Mise Gilberto Pichetto, ora all’esame dei gruppi. Le gare, comunque, non potranno essere concluse dopo il 31 dicembre 2024.
L’indennizzo per le aziende balneari che non ottengono il rinnovo della concessione si calcola “sulla base delle scritture contabili” o “di perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza”. Lo prevede la proposta del governo sul ddl concorrenza, elaborata dal viceministro al Mise Gilberto Pichetto, ora all’esame dei gruppi.L’indennizzo è “a carico del concessionario subentrante” per “la perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa”. Esclusi dal calcolo i beni abusivi.
“L’autorità competente può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024”, e fino a quella data “l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima”.
Sui balneari “c’è un nuovo testo, abbiamo proposto piccole modifiche, la sintesi è davvero vicinissima, ci siamo, si chiude a breve”. Lo ha dichiarato la capogruppo del M5s al Senato, Mariolina Castellone, al termine della riunione fra governo e maggioranza, spiegando che oggi la commissione Industria di Palazzo Madama comincerà a votare sugli emendamenti al ddl concorrenza.
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