Michele Guerra con il centrosinistra cerca a Parma l’ultimo scatto necessario per proseguire l’esperienza iniziata dieci anni fa con Pizzarotti. Il centrodestra, guidato dall’ex sindaco Pietro Vignali va alla ricerca di una rimonta che, numeri alla mano, sarebbe clamorosa.
Il divario dei voti raccolti al primo turno è infatti amplissimo: Guerra, assessore alla cultura della giunta uscente, alla guida di una coalizione che ha riportato la pace fra Pizzarotti e il Pd (che per dieci anni è stato all’opposizione) non è riuscito infatti a vincere al primo turno, ma ci si è avvicinato, con il 44%.
Il suo sfidante, Pietro Vignali, sindaco dal 2007 al 2011 poi dimessosi dopo un’inchiesta giudiziaria che coinvolse la sua giunta, sostenuto da Lega e Forza Italia, si è fermato al 21%. La ricomposizione del centrodestra si è compiuta a metà: Fratelli d’Italia, che al primo turno aveva candidato Priamo Bocchi che ha preso il 7,5%, ha annunciato il sostegno a Vignali, ma non è stato siglato un apparentamento ufficiale.
Nessuna modifica nemmeno nella coalizione che sostiene Guerra che però, almeno in linea teorica, ha la possibilità di rivolgersi a un bacino di voti molto più corposo. Innanzitutto al 13,5% di Dario Costi, sostenuto dalla storica lista civica ‘Civiltà parmigiana’ e da Azione, la cui posizione “mai con Vignali”, suona come un’indicazione di voto. Inoltre, a Parma sono andati bene (superando lo sbarramento del 3% necessario per essere rappresentati in consiglio comunale) i candidati di Europa Verde e Potere al Popolo/Rifondazione che insieme valgono l’8%.
Nonostante le critiche rivolte a Guerra e alla sua coalizione, se al ballottaggio andranno a votare, è difficile immaginare che la loro scelta ricada su Vignali. Il Movimento 5 Stelle, che nel 2012 fece di Parma la prima città conquistata, non si è presentato alle elezioni.
Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml