Bruxelles – La Germania ha adottato misure per fermare il processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2, progettato per portare gas dalla Russia. Lo ha annunciato oggi (22 febbraio) il cancelliere Olaf Scholz, mentre l’Occidente inizia a varare sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina.
Scholz, riporta l’agenzia statunitense AP ha detto ai giornalisti a Berlino che il suo governo sta prendendo la misura “in risposta alle azioni di Mosca in Ucraina”. Il gasdotto che porta il gas naturale dalla Russia alla Germania è stato a lungo criticato dagli Stati Uniti e da alcuni paesi europei che sostengono che aumenta la dipendenza dell’Europa dalle forniture energetiche russe. Il presidente USA Joe Biden aveva chiesto nei giorni scorsi a Scolz di bloccarlo in caso di invasione russa dell’Ucraina. Scholz ha affermato che il governo ha deciso di “rivalutare” la certificazione del gasdotto, che non è ancora entrato in funzione, alla luce degli ultimi sviluppi. “Ci vorrà sicuramente del tempo, se così posso dire”, ha detto.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, non ha mai nascosto che il Nord Stream 2 è sempre stato sul tavolo quando si parla “di risposta alle aggressioni della Russia nei confronti dell’Ucraina”, ha detto il capo dei portavoce della Commissione Europea, Eric Mamer, nel briefing quotidiano con la stampa, sottolineando che per il momento la Commissione non è a conoscenza della decisione della Germania di bloccare il processo di certificazione del gasdotto ancora non in attività che dovrebbe trasportare il gas dalla Russia direttamente in Germania. Mamer ha spiegato che Berlino in questo caso “ha esercitato la sua posizione in qualità di regolatore della certificazione ed è qualcosa di cui prendiamo nota: il Nord Stream 2 è un progetto politico e commerciale e va guardato in questa ottica”.
Il gasdotto è stato completato a settembre dello scorso anno, ma non era ancora entrato in attività non avendo ricevuto l’autorizzazione a entrare in funzione da parte del regolatore tedesco delle reti, l’Agenzia federale (BNA -Bundesnetzagentur) che a novembre ne ha sospeso temporaneamente l’iter di autorizzazione perché non in linea con la legislazione europea. Nei piani del progetto, Nord Stream 2 dovrebbe replicare il percorso del gasdotto gemello Nord Stream che è già in attività: si parla di circa 55 miliardi di metri cubi all’anno di gas verso la Germania a capacità massima, da raddoppiare fino a 110 miliardi di metri cubi di gas che consentono a Mosca di trasportare il gas in Europa senza passare per via terrestre attraverso l’Ucraina, indebolendone la posizione strategica.
La costruzione del gasdotto, voluta dal presidente russo Vladimir Putin e dall’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, ha incontrato sin dall’inizio l’opposizione degli Stati Uniti ma anche di molti Paesi europei, Italia compresa, per i timori di una maggiore influenza di Mosca sul vecchio Continente che ne dipende energeticamente (quasi il 40 per cento dell’approvvigionamento di gas europeo arriva da Mosca). Solo a fine luglio 2021, Berlino e Washington hanno raggiunto un accordo di principio per portare a termine i lavori del progetto, promettendo sanzioni alla Russia in caso di nuove pressioni territoriali sull’Ucraina dopo l’annessione della penisola di Crimea del 2014.
Scholz ha confermato la linea di Berlino, bloccando per il momento il progetto. Poco dopo l’annuncio, Dmitry Medvedev, l’ex presidente della Russia e ora vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ha scritto su Twitter: “Benvenuti nel nuovo mondo in cui gli europei molto presto pagheranno 2.000 euro per 1.000 metri cubi di gas naturale”, a voler suggerire che i prezzi del gas sarebbero raddoppiati bloccando la messa in funzione di Nord Stream 2. Anche prima dell’attuale escalation di tensione, la Commissione Europea ha sempre considerato Nord Stream 2 “non necessario per l’approvvigionamento energetico dell’Unione Europea”. Non è un progetto di interesse comune (PIC) europeo e nell’ultimo decennio Bruxelles ha mobilitato investimenti in altri gasdotti, terminali di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) e interconnettori in Europa che assicurano forniture sufficienti.
“La Germania ha ragione sul Nord stream 2. Il gasdotto deve essere valutato alla luce della sicurezza dell’approvvigionamento energetico per l’intera Europa”, ha detto von der Leyen in una dichiarazione stampa. “Siamo ancora troppo dipendenti dal gas russo. Dobbiamo diversificare strategicamente i nostri fornitori e investire massicciamente nelle energie rinnovabili”.
Germany is right on Nordstream2.
⁰The pipeline has to be assessed in light of the security of energy supply for the whole of Europe.
⁰We are still too dependent on Russian gas.
⁰We have to strategically diversify our suppliers and massively invest in renewables. pic.twitter.com/RrKUZyCTSx— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 22, 2022