(ANSA) – CAGLIARI, 29 OTT – Nella legge omnibus da 300
milioni appena varata in Sardegna ha trovato spazio anche il
ripristino delle pensioni degli onorevoli abolite nel 2014. La
regola introdotta vale per i consiglieri regionali di questa e
pure della precedente Legislatura. L’emendamento in questione
riguarda uno degli ultimi articoli del testo, è stato approvato
molto velocemente dall’Aula, e spiega che “a decorrere
dall’inizio della quindicesima Legislatura, il regime
previdenziale dei consiglieri regionali e degli assessori
tecnici è di carattere contributivo”. Questo – si legge nella
proposta firmata da Stefano Tunis (Sardegna 20Venti), Angelo
Cocciu (Forza Italia), Giorgio Oppi (Udc), Francesco Mura
(Fratelli d’Italia), Franco Mula (Psd’Az) – in conformità a uno
schema di testo di legge approvato in Conferenza delle Regioni e
Province Autonome nel 2019. Dove, al comma 4 dell’articolo 6, è
previsto un contributo a carico del Consiglio regionale: “La
quota di contributo a carico del consigliere è pari all’8,80%
della base imponibile; la quota a carico dell’Assemblea
legislativa è pari a 2,75 volte la quota a carico del
consigliere”.
C’è dell’altro. In un altro emendamento, approvato ugualmente
con la massima velocità, c’è scritto che “le indennità e i
rimborsi dei consiglieri regionali sono rivalutati annualmente
in misura pari alla variazione rilevata dall’Istat, se positiva,
dell’indice dei prezzi al consumo”. Anche in questo caso la
rivalutazione decorre dalla legislatura precedente a quella in
corso.
Prima di questo blitz andato a buon fine, c’era già stato a
inizio Legislativa un tentativo di reintrodurre le indennità
differite. Esattamente due anni e mezzo fa il presidente del
Consiglio regionale Michele Pais illustrò in conferenza dei
capigruppo una bozza per la parametrazione dei vitalizi secondo
il calcolo del contributivo diretto, specificando che si
trattava della “riproposizione letterale del testo che deriva
dall’accordo Stato-Regioni in attuazione della legge di bilancio
dello Stato e dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli
regionali”. Ma il tentativo fallì perché M5s e centrosinistra
fecero mancare la firma per l’approdo in Aula con la procedura
d’urgenza. (ANSA).
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