Bruxelles – Gli accordi commerciale UE-Marocco non sono validi. Il Consiglio li ha avallati calpestando il popolo saharawi, a cui sono stati imposti solo obblighi senza riconoscere alcun diritto, e scavalcandolo nella misura in cui i diretti interessati non stati né coinvolti né interpellati. La sentenza del Tribunale dell’UE boccia l’Unione in tutto, nel suo modo di fare e nel merito di accordi contestati fin dall’inizio.
Unione europea e Marocco hanno trovato un accordo per l’importazione nel mercato unico di prodotti agricoli e di mare di origine marocchina nel 2013, e rinnovato nel 2019. L’accordo ha finito per includere anche i territori del Sahara occidentale, su cui Rabat rivendica sovranità e ancora al centro di contese. La repubblica araba di Sahrawi (RDAS) non è riconosciuta in sede ONU, non è riconosciuta da nessuno degli Stati membri dell’UE, ma è riconosciuta dall’Unione africana, che la inserisce nella lista degli Stati indipendenti e sovrani. Ma il territorio della RDAS è costituito da appena un quinto di ciò che reclama per sé, controllato dal Marocco.
Il Fronte Polisario, il movimento per l’autodeterminazione del popolo sahrawi e il riconoscimento di tutto il territorio rivendicato, ha contestato già nel 2013 l’accordo bilaterale UE-Marocco, e così ha fatto nel 2019. Il motivo è sempre lo stesso: g
Adesso da Lussemburgo si riconoscono le ragioni Sahrawi. “Non è stato rispettato il requisito relativo al consenso del popolo del Sahara occidentale ai fini del principio dell’efficacia relativa dei trattati”, stabiliscono i giudici del Tribunale. Il trattato dunque non è valido. Anche perché
C’è poi l’aspetto ancora più esplicitamente politico della vicenda. Il Tribunale di Lussemburgo riconosce che le
Tutto da rifare, dunque. Serve un nuovo accordo UE-Marocco sui prodotti agricoli (viene riconosciuto legittimo quello sulla pesca), e il Tribunale offre tempo per scriverne un altro. Accanto alla vittoria di principio e nel merito, il Fronte Polisario vede la ‘beffa’ della non cancellazione automatica degli accordi riconosciuti illegittimi. I giudici stabiliscono che gli effetti dell’accordo “Il Tribunale precisa che l’accordo resta in vigore per un termine “
Le imprese confidano nel ricorso alla Corte. Non ne fa mistero la Confederazione generale delle imprese marocchine (CGEM), il cui presidente Chakib Alj è a Bruxelles per rinsaldare i legami con BusinessEurope, l’unione delle confindustrie europee. La sentenza “crea incertezza”, lamenta, quando invece le imprese “hanno bisogno di un ambiente certo”. Quindi l’accusa. “Il Fronte Polisario contesta l’accordo quando Commissione, Parlamento e Consiglio UE lo sostengono”. Un modo per delegittimare ancora di più la posizione del popolo Sahrawi. La CGEM ricordano che l’accordo resta in vigore e attende il secondo grado di giudizio, quello della Corte. Intanto fa pressione avvertendo che gli investimenti, specie quelli verdi, nella regione sono a rischio.
Anche Tiziana Beghin mostra preoccupazione ed esorta a soluzioni al problema. “Per il nostro tessuto commerciale e per la sicurezza delle nostre frontiere, resta cruciale continuare a sviluppare il nostro Partenariato con il Marocco“, dice la capo delegazione del Movimento 5 Stelle in Parlamento europeo e membro della commissione Commercio internazionale.