Dall’inizio della legislatura i parlamentari che hanno lasciato il proprio gruppo di origine sarebbero sinora 92. E’ quanto emerge da una ricerca di Openpolis appena pubblicata.
“Nell’instabilità politica, cominciata con l’avvio del governo Conte II – si legge nelle sintesi della ricerca – si delinea un assetto parlamentare in continua evoluzione. Con i primi giorni di gennaio i cambi di gruppo della XVIII legislatura sono diventati 92. Se da un lato i due principali partiti al governo, M5s e Pd, risultano in forte perdita rispetto all’inizio della legislatura, dall’altro nuove realtà si sono ormai affacciate con peso negli equilibri di aula”. A cominciare da Italia Viva di Renzii. I gruppi Misti di Camera e Senato, poi, stanno diventando “una vera e propria Babele di componenti parlamentari”. Tra quelle composte “da una sola persona” e le “sigle politiche che si uniscono”, la realtà del gruppo Misto “complica non poco la comprensione dei processi politici”. Anche perché, se alcune delle nuove forze politiche che si sono formate in Parlamento “fanno parte della maggioranza, vedi Maie”, altre, “come ‘Noi con l’Italia’, risultano invece all’opposizione”.
Nel grafico delineato da Openpolis “viene mostrato, mese per mese, il numero totale di cambi di gruppo dall’inizio della legislatura. Il dato di gennaio 2020 è all’8 gennaio 2020”.
Deputati e senatori, si ricorda nella ricerca, “esercitano la loro funzione senza vincolo di mandato. Un principio alla base della nostra democrazia rappresentativa, ma che con il forte incremento dei cambi di gruppo in Parlamento viene messo costantemente in discussione”. La soglia della maggioranza al Senato “continua a preoccupare. Per questo i 162 senatori (+1 sulla maggioranza assoluta) di M5s, Pd, Italia Viva e Per le autonomie necessitano del sostegno delle varie componenti del Misto: Liberi e uguali (5 senatori) e Maie (2 senatori) su tutti”.
FONTE: dati ed elaborazione Openpolis
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