Il dibattito su come si faranno gli esami di maturità, quest’anno, non sembra interessare più di tanto gli studenti che dovranno affrontarli. Loro guardano oltre, al futuro. Lo sottolinea l’Osservatorio “Giovani e Orientamento” promosso da Skuola.net e AssOrienta – Associazione che raggruppa gli orientatori italiani – che, intervistando 10mila alunni dell’ultimo triennio delle scuole superiori, ha voluto comprendere l’idea che i più giovani hanno della vita dopo la scuola.
All’esame di Maturità da qualche anno non esiste una reale selezione, con un rapporto praticamente 1 a 1 tra ammessi e promossi. Al contrario, alla soglia di ingresso all’università si consuma una lotta all’ultimo sangue dove per uno che ce la fa ce ne sono diversi che devono rinunciare: 1 a 6 il rapporto posti-candidati per il test di Medicina nel 2019, ma per alcune professioni sanitarie la proporzione può tranquillamente raddoppiare. Stesso dicasi per i percorsi di formazione e lavoro offerti dalle varie forze armate o di polizia. I maturandi ne sono ormai consapevoli, per cui non aspettano che siano spenti i riflettori sulla notte prima degli esami per iniziare a preparare il “terzo tempo”, il percorso di formazione terziaria.
Laddove, infatti, la prospettiva post-diploma prescelta preveda uno sbarramento, si sta già preparando per la prova 1 maturando su 2.
Così come le tempistiche relative al momento di partenza della preparazione ci raccontano del maggior attaccamento degli studenti al ‘dopo’ rispetto al diploma. Tra i maturandi, un quarto (25%) di quelli che incontreranno sulla propria strada test e concorsi ha cominciato a prendere le misure con le prove da almeno tre mesi, circa 1 su 10 da oltre un anno. Ma c’è anche chi si porta avanti col lavoro in largo anticipo: accorpando i ragazzi dell’ultimo triennio delle superiori è 1 su 3 a pianificare da lontano il futuro se prevede di dover affrontare una selezione. Una condizione che probabilmente accomunerà tantissimi ragazzi che a breve si affacceranno sul mondo degli adulti. Il 75% al momento, non vede alternative all’università (che in molti casi prevede proprio un ‘filtraggio’ all’entrata). Degno di nota anche quel 5% che ha messo nel mirino un concorso per l’ingresso nelle Forze Armate o di Polizia; proiettando questo dato sul totale degli studenti dell’ultimo triennio delle superiori si traduce in un bacino potenziale di 70mila aspiranti, spinti non tanto dalla stabilità lavorativa (prima motivazione per il 12%) quanto dai valori che incarnano le professioni in divisa (il 52%). E gli altri? Circa 1 su 10 si dichiara propenso a tentare direttamente l’accesso al mondo del lavoro, il 4% è orientato verso i percorsi professionalizzanti (Its, Afam, ecc.) mentre per il 3% vorrebbe addirittura prendersi un anno sabbatico.
E’ sull’orientamento che a scuola si potrebbe fare decisamente di più. Infatti a 100 giorni dalla Maturità 2020, quando è stata somministrata la ricerca, i maturandi che avevano già deciso con certezza il proprio percorso post-diploma erano il 54%. Se si considerano tutti gli studenti dell’ultimo triennio, la percentuale scende al 40%. Per gli altri si tratta di una scelta provvisoria o addirittura di tabula rasa. Gli studenti, infatti, lamentano una carenza di attività di orientamento: per il 60% di loro il proprio istituto non ha fatto abbastanza su questo fronte.
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